Anche per l’Energia, l’unione fa la Forza
Intervista a Gianluigi Casati, presidente di EnergiVa
Quella dell’energia rischia di diventare di gran lunga la voce più importante dei costi dell’azienda, con un trend in continuo aumento. Le situazioni modniali contingenti non aiutano: l’unico sistema, per contenere i danni, è quello di affidarsi al giovane libero mercato
dell’energia, ancora per poco prerogativa unica delle aziende.
E in provincia, chi èuò raccontare di piùù di questa alternativa è Gianluigi Casati, Presidente di Energi.Va, il consorzio per l’energia nato nell’ambito dell’Unione Industriali di Varese.
Di energia, e soprattutto dei suoi costi, nel 2005 si è parlato davvero tanto
«Nel corso del 2005 il costo dell’energia elettrica di una media impresa italiana si è mantenuto più elevato di circa il 30% rispetto a quello di un’analoga impresa dell’Unione Europea a 15 stati – spiega Casati – Allargando il confronto all’Unione Europea a 25 stati il divario si fa poi davvero impressionate. Faccio qualche esempio: un’impresa dell’Estonia con una potenza impegnata di 500 Kw ed un consumo di 2.000.000 di Kwh/anno paga l’energia, al netto delle imposte, 0,0471 eurocent/ Kwh; una della Polonia paga 0,0495 eurocent, mentre un’impresa italiana, con identiche caratteristiche di consumo la paga 0,0908 eurocent, una vera esagerazione. E senza contare le tasse. L’incidenza delle imposte su un MWh di energia elettrica italiana risulta pari a 25 euro in valore assoluto, corrispondente al 23% del costo totale. Purtroppo, anche in questa classifica l’Italia risulta prima».
Le prospettive per il futuro?
«Lo scenario sembra destinato a migliorare grazie alle positive ricadute che deriveranno dall’ammodernamento del parco di generazione. L’ammontare dei nuovi investimenti nel segmento della generazione è di oltre 20 miliardi di euro. Investimenti che porteranno, alla fine del decennio, a disporre di un parco centrali degno delle migliori prestazioni a livello europeo. Tale programma di adeguamento della struttura del parco di generazione porterà ad un impatto positivo sui prezzi finali, compreso tra il 10 e il 15%.
Se possiamo però contare su un recupero competitivo nel lungo periodo, a breve e medio termine dobbiamo tuttavia realisticamente considerare che i prezzi delle fonti energetiche continueranno inesorabilmente a crescere, seguendo un trend che da diversi anni a questa parte sembra inarrestabile e che ha portato ad una crescita del costo dell’energia, dal 2001, del 39%».
Cosa possono fare allora i consumatori?
«In un contesto del genere è necessario che i consumatori sappiano fare sistema per incidere positivamente, almeno su quelle componenti di prezzo che non dipendono dai mercati internazionali ma dalle logiche di politica economica dei singoli stati. A questo proposito tengo a ricordare che il Consorzio Energi.Va opera all’interno di Confindustria, la maggiore organizzazione di rappresentanza del nostro Paese, dove è stata costituita una specifica Commissione Energia, con il compito di esaminare e discutere le principali problematiche del mercato energetico, allo scopo di rappresentare alle Autorità di Governo, alle Autorità regolatorie, ai produttori e agli altri soggetti di riferimento, le posizioni critiche dell’industria italiana e le sue aspettative».
Uno strumento importante di interlocuzione quindi. E quali azioni ha promosso la Commissione Energia nel corso del 2005?
«Per incidere sul differenziale di prezzo, che tanto penalizza le imprese italiane, la Commissione Energia ha proposto di porre a carico della fiscalità generale almeno parte degli oneri di cui è gravato il sistema elettrico, di razionalizzare il sistema delle aliquote IVA e di evitare i fenomeni di pagamento di imposte superiori alla media.
In tema di liberalizzazione la Commissione ha lavorato perché fossero definite sia politiche di lungo raggio (come la pianificazione di investimenti), sia regole precise di breve periodo (come ad esempio quelle per l’assegnazione dell’energia import). Anche in tema di qualità del servizio la Commissione sta facendo molto: è stata definita una mappatura delle disfunzioni e una articolata procedura per la loro risoluzione.
Il valore di tutte queste azioni è difficilmente quantificabile in termini strettamente economici, ma sono certo che a nessuno sfugga la loro rilevanza per il miglioramento strutturale del nostro sistema energetico e quindi della competitività di tutto il sistema delle imprese»
Ed Energi.Va, a livello territoriale, che cosa ha fatto nel 2005?
«Il Consorzio Energi.Va si muove in assoluta sintonia con Espansione, la società di trading elettrico creata dalle Unioni Industriali di Varese, Lecco e Legnano, con l’obiettivo di diventare il braccio operativo del Consorzio e di agire nel mercato elettrico nell’esclusivo interesse delle imprese, trasferendo su di loro tutti i risparmi consentiti dall’acquisto di gruppo.
Per le imprese del Consorzio sono stati inoltre organizzati incontri di aggiornamento sui temi del risparmio energetico e dei meccanismi di funzionamento del mercato dell’energia, nella convinzione che una loro più diffusa conoscenza possa incidere positivamente sul mercato stesso. Abbiamo inoltre inviato a tutti i soci una newsletter con la fotografia degli effetti del primo anno di Borsa Elettrica sui prezzi finali dell’energia e abbiamo curato una monografia sulla qualità del servizio elettrico, con i chiarimenti sulle novità in materia di allacciamenti alla rete, di interruzioni della fornitura e di indennizzi automatici»
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