I tabù? Li infrango a colpi di risate

All’Apollonio un san Valentino diverso dal solito, con uno divertente monologo sul sesso scritto da Dario Fo e Franca Rame

Pensate ad una ‘terapia del sesso’ e la prima cosa che vi viene in mente è lo studio di un medico e una visita specialistica. O magari i fumi di incenso nel bel mezzo di qualche ‘sofisticata’ seduta new age per il rinnovamento interiore. Di sicuro a pochi verrebbero in mente un teatro e un’attrice lanciata in un monologo comico: eppure è proprio una terapia collettiva per guarire dai problemi del sesso quella che Alessandra Faiella, l’attrice di ‘Sesso? Grazie, tanto per gradire’, lo spettacolo in scena all’Apollonio ieri sera, ha proposto agli spettatori che hanno voluto trascorrere un san Valentino decisamente diverso dal solito. Lontano da romanticherie e luoghi comuni di una festa ormai diventata un rito commerciale, la Faiella ha voluto far ridere e riflettere sull’amore nella sua dimensione più fisica: non un pesante saggio filosofico sull’importanza del sesso né una serie di barzellettine triviali ma un discorso aperto e sincero con il pubblico, sdrammatizzando a suon di risate. Ridere e far ridere: l’antidoto più vecchio del mondo per trovare la forza di affrontare i problemi, superare l’imbarazzo e vedere le cose da un punto di vista alternativo al solito.

Dopo un esordio un po’ scontato, una fiaba medievale di due innamorati che dopo aver chiesto a un vecchio saggio il modo in cui far durare per sempre il loro amore interpretano il consiglio di ‘trovare il modo di rinnovare il loro amore in mille modi’ solo in chiave sessuale, finché capiscono che è del sentimento dell’amore che si sta parlando, con tanto di bacino al tramonto finale, la Faiella è decollata con una serie di schietti dialoghi con il pubblico: la verginità, l’orgasmo, l’impotenza, la frigidità, nessun tabù è stato risparmiato dall’umorismo dell’attrice, che a colpi di battute ha infranto le loro campane di vetro, con lo scopo di affrontare e cercare di comprendere i problemi del sesso con naturalezza, superare i pregiudizi per raggiungere un rapporto di coppia sereno e felice. Finale divertentissimo con il pubblico che dopo un’ora di spettacolo resta compatto al proprio posto e ‘costringe’ la Faiella a un piacevole bis, in cui l’attrice ha smitizzato e preso in giro difetti e manie degli uomini e delle donne.

Bisogna ammettere che parlare di sesso oggi è sicuramente molto più facile di dieci anni fa, quando ‘Sesso? Grazie, tanto per gradire’, al suo debutto milanese del 1994 con Franca Rame, che lo ha scritto insieme al marito Dario Fo e al figlio Jacopo, fu vietato dalla censura ministeriale ai minori di diciotto anni; il rischio oggi è al contrario quello della banalizzazione e di un certo qualunquismo che comunque già alle origini aleggiava intorno a quest’opera: se fu assurdo definire in un primo momento il monologo pericoloso per i minori, fu altrettanto ridicola la definizione che fu data dopo che la censura fu tolta…dopo due mesi di mobilitazioni di stampa e ricorso legale, infatti, lo spettacolo era improvvisamente diventato ‘intriso di profondo amore materno e perciò consigliato ai minori’.

La regia di Franca Rame, che fu per anni interprete del suo lavoro, non è solo l’ennesima dimostrazione della sua bravura drammaturgica quanto anche in fondo la prova di una notevole forza interiore: da spettatori possiamo esserci stupiti per l’intelligente leggerezza con cui il testo infrange tutti i tabù del sesso, lo stupore diventa ammirazione alla luce della tragica esperienza della Rame, che nel 1973 fu la vittima di uno stupro da parte di un gruppo neofascista, violenza che vide come corresponsabili anche alcuni ufficiali dell’Arma dei carabinieri. Ridere può essere a volte qualcosa di molto più serio.

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Pubblicato il 15 Febbraio 2006
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