Malpensafiere cambia rotta

Intervista al neo presidente Fernando Fiori su quello che deve diventare l'avamposto dell'economia varesina

Sono pochi i territori che possono vantare tanta ricchezza di attori e di strutture quanti ne ha il Varesotto. “Intanto bisogna cominciare a parlarne , – affermava Aldo Bonomi in un recente convegno, – perché finché non se ne prende atto ognuno continua pensare per sé”.
Il ragionamento del sociologo era legato a un territorio anche maggiore che va da Luino fino a Bergamo dove esistono oltre 350mila imprese, un milione ottocentomila addetti, otto università, diversi poli scientifici e così via.
Malpensafiere è lì dentro. Nel cuore della provincia di Varese a una manciata di chilometri dall’aeroporto più importante d’Italia, su un asse viabilistico sempre congestionato, ma di grande importanza.

Voluto dalla Camera di commercio oggi inizia a fare dei bilanci e la nuova dirigenza non vuole sentir parlare di crisi, perché le opportunità che Malpensafiere ha per tutto il territorio sono enormi.

“Vogliamo un cambiamento di rotta, – spiega Fernando Fiori, – anche se il bilancio dell’attività fin qui svolto è positivo. Malpensafiere deve essere un vero crocevia del business di tutta la provincia e può farlo in due direzioni: come polo fieristico, ma anche come centro congressuale e di servizi alle imprese, associazioni e istituzioni”.

A proposito delle istituzioni, allo stato attuale come sono i rapporti?

«Buoni. Ricordo che oltre alla Camera di commercio e alla Provincia i comuni di Busto Arsizio e Gallarate hanno un apporto diretto nella società di gestione. Questo va potenziato prestando particolare attenzione al mondo del lavoro e delle aziende e con questo anche alle associazioni che lo rappresentano. Malpensafiere deve diventare sempre più un avamposto della nostra economia, una vetrina del “made in Varese”, uno spazio che venga sentito come proprio dai cittadini, dalle aziende e anche dalle istituzioni. A me piacerebbe che anche Varese facesse lì la propria fiera annuale».


Ma con Rho Pero che offre soluzioni per tutte le esigenze una struttura come Malpensafiere ha ancora valore?

«Si, ma vanno fatte fiere di nicchia che prendano spunto dal territorio. Un esempio positivo è Malpensacavalli, ma anche proposte sull’artigianato artistico. Quello che non ha più senso fare sono fiere di grandi settori specialistiche. Chi vuole presentare i prodotti di abbigliamento va a Dusseldorf non viene da noi. Possiamo comunque pensare anche a un potenziamento di proposte tipo “consumer”. Per questo hanno un ruolo importante le singole istituzioni».

Una struttura come la vostra però non può vivere per poche settimane di attività all’anno…

«Proprio per questo occorre pensare a Malpensafiere come una vera opportunità a 360 gradi per l’economia varesina. Dobbiamo pensare a manifestazioni di diversi generi. Organizzare e far organizzare eventi legati al turismo, allo sport, al tempo libero, alla cultura e non solo al mondo del lavoro. Una parte degli spazi poi possono valorizzare alcune realtà già esistenti basti pensare a Formas, al Comitato Malpensa, al Convention Bureau. Dobbiamo rendere questa struttura più flessibile e più vicina alla realtà del territorio».

Lei è il terzo presidente in pochi anni di vita, quali sono le maggiori difficoltà e le maggiori speranze?

«Sul piano personale entrare nel ruolo che per me è nuovo. Sono entusiasta comunque di ricoprirlo anche perché ho un grande aiuto e supporto da tutti. Le speranze sono quelle di fare di Malpensafiere una struttura davvero utile e importante che sia conosciuta anche fuori dal nostro territorio».

Quali sono le prossime iniziative?
«C’è già un ricco calendario che conferma le proposte di maggiore successo. Dal 25 febbraio al 5 marzo Arredocasa e Casatech. Una fiera che cambierà pelle prossimamente centrando sempre più l’attenzione sulle innovazioni legate alla casa. Poi dal 24 marzo al 26 Agrivarese e a seguire Malpensacavalli. Dal 22 aprile al primo maggio la fiera di Gallarate»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Febbraio 2006
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