Milano apre le celebrazioni per il centenario di Buzzati
L'appuntamento è fissato per venerdì 17 febbraio, alle ore 17 e 17 in via Vivaio 7: Ugo Pagliai leggerà i suoi scritti, Enrico ruggeri li metterà in musica
La Provincia di Milano apre le celebrazioni del Centenario dalla nascita di Dino Buzzati, che si svolgeranno in tutta Europa, con un evento organizzato nella Sala Barozzi dell’Istituto dei Ciechi, in via Vivaio al 7: l’appuntamento è fissato per venerdì 17 febbraio, alle ore 17 e 17. Alla serata saranno presenti amici e colleghi del grande scrittore e giornalista scomparso oltre a Sebastiano Grasso, Lucio Lami, Ottavio Missoni, Achille Serra, Beppe Severgnini e alla moglie Almerina, riuniti per ricordare episodi, aneddoti, segreti e misteri che hanno caratterizzato la sua straordinaria e sorprendente vita privata e professionale.
Ugo Pagliai leggerà alcune pagine scritte da Dino Buzzati. Enrico Ruggeri invece intrepreterà temi e atmosfere delle sue opere.
Nella circostanza, saranno consegnati inoltre tre riconoscimenti ad altrettanti giornalisti che si sono distinti per la capacità di raccontare avvenimenti con particolare attenzione, sensibilità e rispetto per i protagonisti e le situazioni.
«Abbiamo l’onore e l’obbligo di ricordare un così grande scrittore, che proprio nella nostra città ha vissuto e lavorato, conquistando fama e riconoscimenti in Italia e all’estero»: così Alberto Mattioli, vicepresidente della Provincia di Milano, presenta il Tributo a Dino Buzzati, che aprirà le celebrazioni in tutta Europa. Le opere di Buzzati, infatti, sono oggi tradotte in trenta lingue di tutto il mondo e i suoi libri, "Il deserto dei Tartari" in testa, sono considerati all’estero tra i più originali e validi del Novecento.
Quella di cominciare le celebrazioni con una serie di 17 (17 la data 17.17 l’ora d’inizio) è una scelta non casuale: «Prende spunto proprio da una frase di Buzzati – precisa Mattioli – : non sono superstizioso, disse, 17 commensali a tavola e i gatti neri traversanti la via li ho collaudati una quantità di volte. Credo nella iettatura, ma nel senso che i veri iettatori sono coloro che ci credono».
Lo stesso stile – leggero e ironico – con cui gli organizzatori intendono caratterizzare l’intera serata, «come sarebbe piaciuto a Buzzati, fine umorista»: non sarà un convegno, infatti, ma una specie di "festa" cui parteciperanno gli amici e i colleghi di un tempo. «Buzzati – continua Mattioli – era talmente geniale e sorprendente da precorrere tempi, abitudini, vizi e paure che avrebbero trovato esempi e riscontri soltanto in seguito. E, con essi, anche il tardivo riconoscimento dovuto. Ma era anche talmente umile da non violare mai la dignità e l’anima di alcuno, né tantomeno i gesti e le parole. E talmente generoso da provvedere, in silenzio, a tanti sventurati bisognosi. Anche questo è un motivo per tramandarne l’esempio».
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