«Non è bene che si offenda la fede, sia essa in Gesù o in Allah»

Il Cardinale Bernard Agré, membro del Consiglio Pontificio per le Comunicazioni sociali in visita in Lombardia si esprime sulle recenti tensioni legate alla pubbliocazione delle vignette islamiche

Un ponte fra la Lombardia e la Costa d’Avorio: questo il desiderio più vivo di Sua Eminenza reverendissima Bernard Agré (foto), arcivescovo di Abidjan e Primate della Costa d’Avorio, nonchè membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e dei Pontifici Consigli delle Comunicazioni Sociali, della Giustizia e della Pace, e per la Famiglia.

Lo abbiamo incontrato, insieme a Fabrizio Iseni (nella foto in basso con il cardinale), presso la Casa di Cura Iseni di Lonate Pozzolo: in questi giorni è in visita nella nostra zona. Infatti Iseni, che ben conosce il Paese africano, è stato nominato console della Costa d’Avorio per Milano e la Lombardia; inoltre è in via di definizione un accordo fra la Liuc di Castellanza e l’Università Cattolica di Abidjan (di cui Sua Eminenza è gran cancelliere), che permetterà ad un numero variabile fra sei e dieci studenti ivoriani l’anno di studiare a Castellanza business administration, in particolare nel settore sanitario.

Al cardinale abbiamo chiesto un’opinione sulle recenti esplosioni di violenza legate alle contestate vignette satiriche di un quotidiano danese che ritraevano il profeta Maometto. "Condanniamo la violenza, ma anche la mancanza di rispetto per la sacralità della fede" risponde l’alto prelato, fra i "papabili" dell’ultimo conclave. "Esiste la violenza fisica, ma anche quella delle idee; e ci è difficile trovare positivi i cambiamenti della società di oggi, in cui si mette da parte il sacro. Non è bene che si offenda la fede, sia essa in Gesù o in Allah".
La gente va educata, osserva Sua Eminenza, e i giornalisti non sono esenti da colpe: "La libertà è una gran bella cosa, ma può avere talora risvolti spiacevoli, se usata male. Bisogna tenere conto che la mentalità musulmana è molto diversa da quella cristiana e occidentale: da qui l’esplodere di violenze per un motivo che in Occidente si fatica a capire. Quanto all’uccisione di don Andrea Santoro in Turchia, io chiedo: perchè? Per affermare che quella è terra islamica? Per xenofobia? Roma è terra cristiana, eppure è lecito pregare Allah e lodare il Profeta, e i musulmani non vi vengono uccisi. Allora ai nostri fratelli musulmani chiedo: dov’è la tolleranza che citate come valore dell’Islam? Questa contraddizione va risolta con il dialogo".

Non bisogna tuttavia credere che il cardinale Agré viva lo scontro di culture, nonostante questo suo grido di dolore. La sua Costa d’Avorio è un paese in cui Islam e Vangelo vanno a braccetto in un modo raramente visto altrove, e Sua Eminenza ne parla con tutto l’affetto di un figlio devoto. "Innanzitutto bisogna che voi europei vi togliate dalla testa l’idea che in Costa d’Avorio ci sia un Nord islamico e un Sud cristiano. Non è così: si vive fianco a fianco, nella stessa città, ci sono famiglie in cui ci sono cristiani e musulmani, sono frequenti matrimoni misti e conversioni, in un senso e nell’altro. Pensate che ho ordinato sacerdote solo pochi giorni fa un giovane i cui genitori sono entrambi musulmani…" Segno di un Islam ben più tollerante di quello, oggi prevalente, di ispirazione wahabita, sostenuto dai petrodollari occidentali.

Ma anche in Costa d’Avorio vi sono seri problemi: non tanto di convivenza interreligiosa ("abbiamo un Forum in cui ci incontriamo con i musulmani, e con il dialogo e la comprensione reciproca abbiamo mantenuto buoni rapporti"), quanto di convivenza etnica. La Costa d’Avorio, fino a qualche tempo fa il paese più ricco dell’Africa Occidentale, ha ben il 30% della popolazione composto di immigrati da altri Stati confinanti, il che ha portato a tensioni e xenofobia (tutto il mondo è paese, ndr). Negli ultimi anni, poi, è scoppiata la guerra civile, e anche se al momento non si combatte più e sono previste elezioni, il nord del paese è tuttora in mano a una fazione militare ribelle.
"Ma la gran parte degli ivoriani sono gente aperta, pacifica, e che desidera che un giorno l’Africa si unisca come ora lo sta facendo l’Europa" dichiara il cardinale, che ancora ricorda, nei giorni tranquilli della lunga presidenza di Félix Houphouet-Boigny, l’inaugurazione – nel 1990 – dell’immensa Cattedrale di Yamoussukro (foto), una copia esatta di san Pietro. "Non è vero che è una cattedrale nel deserto, come si è scritto: è sempre piena, e sta nascendo un forte turismo religioso" racconta compiaciuto Sua Eminenza, che dal 1992 al 1994 è stato vescovo della capitale ivoriana prima di passare ad Abidjan.

"Venite da noi, senza paura": questo l’appello che Bernard Agré rivolge ai lombardi: "venite nel nostro Paese, incontrare la gente, dai villaggi più umili fino alle carceri: conoscerete un popolo straordinario e capirete la realtà e la potenzialità del nostro Paese". La Costa d’Avorio è ricca di risorse: frutta tropicale, cacao (primo produttore al mondo), minerali di ogni tipo, diamanti. Recentemente sono stati scoperti anche buoni giacimenti di petrolio e gas naturale: dietro le fazioni che si sono battute nella guerra civile si nascondono anche potenti interessi economici. E se gli imprenditori lombardi capiranno quanto c’è da guadagnare nello scambio con il Paese africano, forse si potrà cominciare a ricostruire un’economia e una società in crisi, ma piene di vitalità, per un futuro più prospero e pacifico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2006
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