Nuovo ospedale: la trattativa è iniziata
La direzione dell'azienda ha incontrato gli universitari per definire la divisione degli spazi. Possibile una riduzione di posti letto o di reparti
Un incontro franco. Una prima presa d’atto a cui dovrà seguire una verifica entro una quindicina di giorni. Vertici ospedalieri e universitari si sono finalmente incontrati per fare il punto sul futuro ospedale.
“ Nel complesso un incontro positivo: era inevitabile che all’inizio ci fosse del gelo, poi si è imboccata la strada del dialogo, si è creata un’atmosfera nuova rispetto al passato”. Prudente, realistico come sempre, Paolo Cherubino commenta l’incontro dell’Università, rappresentata dal rettore Renzo Dionigi e dallo stesso preside di Medicina e Chirurgia, con i vertici dell’azienda ospedaliera cioè il nuovo direttore generale Carlo Pampari, il direttore sanitario Stefano Zenoni e il direttore amministrativo Sergio Tadiello.
Professore si può parlare di un rapporto nuovo, nel segno della costruttività? «Direi di sì, ci saranno altri contatti, noi dobbiamo informazioni ai nostri colleghi, l’azienda ospedaliera conosce bene i problemi che abbiamo sollevato, ci ha ascoltati. Ci vorranno i tempi indispensabili per un confronto serio. La questione di un ospedale di insegnamento è grossa, presenta aspetti delicatissimi che non possono essere sottovalutati al pari della qualità dell’assistenza ai malati. I tre dirigenti dell’ospedale hanno preso atto delle nostre esigenze».
Troppo presto per parlare di posti letto, di spazi, una maggiore agibilità nel monoblocco ci potrebbe comunque essere.
«Potrebbe aumentare il numero dei reparti per i quali non si prevede il trasferimento».
E’ importante che finalmente tra le parti ci sia dialogo, che si ascolti ufficialmente la voce dell’ateneo che si era levata subito, anni fa, per evidenziare le incongruenze del progetto del monoblocco.
Un progetto che era una toppata storica e che sino a un mese fa era stato sbandierato come una conquista. A leggere il documento
dell’Università non ci si può non preoccupare: è vero che ci sono state tutte le approvazioni di legge, ma un conto è un disegno sulla carta, un altro sono le esigenze di una medicina che oggi per curare non può rinunciare a spazi adeguati. E se poi si deve insegnare ai giovani il nuovo ospedale rappresenta il massimo della controindicazione.
I tempi di manovra, oggi, sono strettissimi e le questione poste sul tavolo vanno risolte prontamente, pena un ulteriore slittamento dei tempi di apertura.
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