Orlandi: “Per non chiudere dobbiamo tagliare”
Il direttore del personale dell'azienda tessile di via XXIV Maggio spiega le ragioni della proprietà e lascia aperto uno spiraglio per le trattative
«Per non chiudere, dobbiamo tagliare». È questa la spiegazione di Paolo Maglie, direttore del personale della Orlandi Spa, ditta tessile di Gallarate oggetto del presidio dei lavoratori di Cgil-Cisl-Uil e AlCobas dopo la rottura delle trattative con la proprietà e la messa in mobilità di alcuni dipendenti. Sulle cifre, Maglie vuole puntualizzare: «I dipendenti messi in mobilità sono 15, non 20. E non sono tutti del settore spull lance: 6 sono di questo reparto, 3 del settore calzaturiero in crisi da tempo, 1 del settore confezione panni, oltretutto vicino alla pensione, 2 magazzinieri, ai quali rinunciamo perché è calata la produzione e c’è meno materiale da stoccare e 3 impiegati».
«La crisi del settore – prosegue Maglie – non è da oggi che ci costringe a fare sacrifici e salti mortali. Noi abbiamo mantenuto il livello occupazionale facendo molti sforzi, dopo 3 o 4 anni di crisi siamo costretti a fare tagli per salvaguardare la maggioranza dei posti di lavoro. 10 dipendenti messi in mobilità e 5 accompagnati alla pensione non sono una grossa cifra se si considera che tra Gallarate e Cassano Magnago abbiamo circa 200 lavoratori. Non abbiamo intenzione di lasciare Gallarate: tanti delocalizzano perché produrre in Cina e nell’Est Europa conviene. Noi, invece, seppur con sacrifici, ma con convinzione, rimaniamo a Gallarate. Abbiamo dovuto ridurre il ciclo di lavoro per stare sul mercato, abbiamo eliminato un anno fa il calzaturiero per tentare di arginare una crisi pesante».
Il 28 febbraio prossimo si terrà nella sede della Provincia di Varese l’incontro mediato dall’agenzia regionale del lavoro. Sulle possibilità di trovare un accordo con la controparte sindacale, il direttore del personale della Orlandi è cautamente ottimista: «Di certo non trattiamo sui criteri e sulle scelte rispetto al personale da mettere in mobilità – spiega Maglie -: è una prerogativa della proprietà, i sindacati ci fanno proposte al di là delle normative di legge. Sugli incentivi economici invece sono disposto a trattare, lo sono sempre stato e i sindacati lo sanno bene. Se c’è la volontà di arrivare ad un accordo, una soluzione si può trovare».
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