Paola Todesco: a Dusseldorf nella gabbia dorata dei più blasonati
Separato dal resto del gruppo, tra gli espositori più chic, Andrea Seganfreddo racconta la storia della sua azienda che dal 59 fa maglieria di altissima qualità
Che Andrea Seganfreddo sia diverso dal resto della compagnia lo si nota subito: più discreto, meno “venditore”, più ferrato nella lettura delle mappe o nei calcoli dei conti. A lui tocca lo stand più lontano dagli altri ma più vicino all’”Olimpo" delle marche più prestigiose in mostra alla Cpd: padiglione 14, quello che riunisce la fascia di prezzo più alta, dove espone anche Marella e la Giesswein.
Sarà dura per reguperare i panini e tenere i legami con lo stand della Camera di Commercio Varesina, che promuove Varese come luogo di business ma fornisce pure supporto pratico-gastronomico agli espositori. Però Andrea tiene duro e si comporta razionalmente, come la sua posizione in azienda richiede: “La verità è che, per competenza, il giusto sarebbe che fossero qui mia madre – l’anima dell’azienda – e mio fratello, che è commerciale e programma le macchine elettroniche, perché io mi occupo di più dell’amministrazione. Però a Parigi c’è una fiera tessile in contemporanea, e loro sono lì”.
Paola Todesco è azienda che con l’estero ha cominciato a lavorarci praticamente da subito: "inizialmente, però, con aziende estere che avevano degli uffici acquisti in italia" spiega Andrea. L’azienda, nata nel ’59 per opera della nonna di Andrea – cioè la Paola Todesco del marchio – era di fatto un laboratorio terzista, ma fin da subito di qualità alta e con richieste da parte dei clienti che diventavano sempre più sofisticate. “Proprio perchè spinti a una qualità altissima, ad un certo punto ci siamo detti “perché farlo per gli altri? facciamolo a nostro nome”. Così è stato creato il nostro marchio: il primo lancio di una collezione tutta nostra è dei primi anni 80”.
Andrea Seganfreddo è da quasi dieci anni in azienda. Ci è entrato a 24 anni, dopo la laurea in economia: “Una scelta scontata, ma non imposta” tiene a precisare. Nella società, con lui ci sono innanzitutto sua mamma e sua zia “Mia mamma Vilma e mia zia Antonella sono le attuali titolari, che sono aiutate in azienda dai mariti e dai rispettivi figli. Mia madre in particolare è il factotum della ditta: era in azienda da quando aveva 17 anni e ormai ha un’idea complessiva dell’azienda, perché ci e nata quasi dentro. Mia zia invece si occupa del laboratorio”.
Ora, l’85% della produzione finisce all’estero, equamente distribuita tra l’Europa, l’Asia e gli Stati Uniti “Quasi tutto con il nostro marchio. Solo in alcuni casi lavoriamo per altri marchi, ma non da terzisti puri: loro ci danno il capo e noi gli diciamo innanzitutto come realizzarlo per ottenere quello che vogliono, e poi lo produciamo”.
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