«Stare nel territorio per renderlo più abitabile»
La Caritas si interroga sull’impegno sociale dei cattolici. Formazione degli operatori e sensibilizzazione le linee guida dell’organismo pastorale varesino
Affrontare il tema del lavoro e della precarietà. Riflettere sulle proposte di politica economica provenienti dai governi o esigere l’etica della politica. Anche di questo, anzi soprattutto di questo, si deve occupare una Caritas. E’ l’opinione di Msg. Francesco Montenegro, Presidente della Caritas italiana, intervenuto questa mattina nell’ambito del convegno “Educare alla carità politica: il compito di una Caritas”, svoltosi nella cripta della Chiesa di SS. Pietro e Paolo di Masnago.
Ad organizzarlo la Caritas di Varese che, per l’occasione, ha riunito tutti gli attori del mondo sociale varesino: dalla Chiesa agli enti pubblici, dal mondo del volontariato a quello dell’associazionismo. Del resto, dopo l’entrata in vigore della legge 328 (quella che ha istituito il Piano di Zona), quando un attore sociale decide di interrogarsi sul proprio impegno non può esimersi dal coinvolgere tutti i soggetti socialmente attivi del territorio.
Ecco che allora, dopo una prima parte in cui gli interventi si sono concentrati sulla progettualità e sull’azione pedagogica nel lavoro quotidiano della Caritas, la seconda parte del convegno ha visto protagonisti alcuni rappresentanti del mondo sociale locale: Ruffino Selmi, presidente provinciale Acli, e Giordano Vitale, in rappresentanza dell’Ufficio di Piano del distretto di Sesto Calende.
E proprio da Ruffino Selmi sono venute le maggiori provocazioni, soprattutto in relazione al ruolo del terzo settore che deve «essere portatore della cultura della solidarietà e della sussidiarietà ai tavoli dove si partecipa, dove si pianifica, dove si decidono le priorità, le risorse, gli interventi e non solo a quelli tecnici». Ma per farlo in modo adeguato il terzo settore «deve recuperare al proprio interno la mancanza o al carenza di una rete efficiente di conoscenza, la cultura che valorizzi la comunicazione mirata allo scambio, a fare energia».
Su questo punto Msg Luigi Stucchi, Vicario Episcopale di Zona, ha dichiarato che «bisogna guardare positivamente». La Chiesa varesina infatti «si sta muovendo sempre più nell’organizzazione di incontri per coordinare conoscenze e risorse e si sta preparando ad affrontare i passi che questo cammino di convergenza richiederà»
L’impegno della Caritas va invece nella direzione della formazione e della sensibilizazione. Sabato 11 marzo i responsabili parrocchiali, decanali e dei centri di ascolto saranno infatti coinvolti in una giornata di formazione, mentre sabato 13 maggio tutta la comunità varesina sarà impegnata nella raccolta diocesana di indumenti usati il cui ricavato andrà a sostenere progetti sul territorio a favore dei disabili.
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