Affido condiviso, un’incognita da decifrare
Sala gremita alle Ville Ponti in occasione di un convegno sul nuovo testo di legge
Ha rovesciato le norme sull’affidamento dei minori come un terremoto. La nuovissima legge in materia di separazione dei genitori e affido condiviso dei figli è un testo breve ma carico di cambiamenti e complessità. Per questo ha bisogno di tempo e attenzione, dovrà assestarsi ed essere decifrato. Lo ha dimostrato la forte affluenza di pubblico, per la maggior parte avvocati, che questo pomeriggio, proprio a pochi giorni dall’entrata in vigore della disciplina,
ha gremito la Sala napoleonica delle Ville Ponti di Varese.
All’ordine del giorno "L’affido condiviso e dei figli e i diritti del minore", al tavolo dei relatori Giuseppe Grechi, presidente della Corte d’Appello di Milano, Emilio Curtò, presidente del Tribunale di Varese, Sergio Martelli, presidente dell’ordine degli avvocati di Varese, Milena Pini, avvocato presidente di Aiaf (Associazione italiana per la famiglia e per i minori) Lombardia e Costanza Marzotto, mediatrice familiare dell’Università Cattolica di Milano.
Il punto cruciale della nuova disciplina è la regola che prevede, non più come sola eccezione, l’affidamento dei figli ad entrambi i genitori in caso di separazione dei coniugi. Il tutto ispirato al principio della "bigenitorialità" ma con incorporata una vera pioggia di critiche. «L’Aiaf ha messo in dubbio sin dall’inizio la struttura del nuovo testo di legge – ha spiegato Milena Pini -. Questa disciplina mette al centro le rivendicazioni degli adulti padri separati anzichè dei minori e accentua la conflittualità tra i coniugi anzichè rimediarla. Manca un’impostazione di fondo che privilegi la responsabilità dei genitori, i diritti dei figli e il riavvicinamento familiare».
Altro genere di preoccupazioni arriva da Giuseppe Grechi poichè la legge ha modificato alcuni articoli del codice civile e di procedura civile prevedendo l’intervento della Corte d’Appello anche in caso di cause in corso: «Questa previsione fa rabbrividire considerando la disastrosa situazione in cui operano, per carenza di personale e di magistrati, i tribunali di Milano. Riusciamo a malapena a reggere le attuali competenze. Mi chiedo perciò che effetti potrà avere sul sistema della giustizia questa nuova disposizione».
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