Artigiani, la nuova sede tra passato e futuro

Lo stabile di via Milano rinnovato dopo la ristrutturazione. All'inaugurazione, presente anche il ministro Maroni chiamato a fare il punto della situazione sulla riduzione delle tariffe Inail

Moderna e funzionale. Dai colori brillanti, che trasmettono energia, sapientemente fusi con la morbidezza del legno che infonde sicurezza e senso di benessere. Eccola la nuova sede dell’Associazione Artigiani, quasi una rappresentazione di quello che è oggi l’artigiano: moderno, attivo e, perché no, ottimista.
Entusiasmo palpabile ieri sera, sabato 18 marzo, alla cerimonia d’inaugurazione dell’edificio di via Milano ristrutturato con quasi sei anni di lavoro e oltre 2 milioni di euro. Presenti le autorità, i massimi rappresentanti delle associazioni attive sul territorio della Provincia, molti associati, ma anche amici storici.

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Dall’elenco, che potrebbe essere ben più lungo: il presidente e il segretario generale di Confartigianato nazionale Giorgio Guerrini e Cesare Fumagalli, il ministro del Welfare Roberto Maroni, il sottosegretario alla Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, il vicepresidente della Provincia di Varese Giorgio De Wolf, il prefetto di Varese Roberto Aragno , il presidente nazionale dell’Inps Giampaolo Sassi, il vicario episcopale monsignor Luigi Stucchi, Don Mario Ravizzoni, ex segretario provinciale dell’associazione, il segretario della Camera di Commercio di Varese Mauro Temperelli.

Tutti riuniti per il taglio del nastro e una cena di gala sotto un tendone allestito con eleganza davanti alla sede dell’associazione. L’occasione è stata la festa di San Giuseppe, patrono degli artigiani, una scelta non casuale ma legata al tessuto culturale e alla tradizione.

«E’ un po’ il nostro sabato del villaggio – ha detto Giorgio Merletti, presidente dell’Associazione provinciale – Siamo felici, pieni di aspettative per il giorno che verrà. Se abbiamo voluto investire tante energie e tanti soldi in questa ristrutturazione è prima di tutto per dare un segnale forte alle nostre imprese, un segnale di ottimismo. Per questo abbiamo voluto un luogo più accogliente e ospitale per dialogare, confrontarci e lavorare insieme».

Ma l’inaugurazione è stata anche e soprattutto l’occasione per affrontare tempi importanti e caldi, temi legati all’economia e al valore delle piccole imprese nella crescita del Paese. Argomenti affrontati più volte e in vari interventi a cominciare da quello del ministro del Welfare Roberto Maroni che è stato chiamato a fare il punto della situazione su una questione molto cara agli artigiani, quella della riduzione delle tariffe Inail. 

«Sono stato il primo a considerare con favore la richiesta portata avanti da Confartigianato – ha detto il ministro – tanto che il 1° marzo ho firmato un decreto che ora attende l’ok definitivo del governo. Può sembrare un tempo molto lungo, ma l’argomento è delicato ed è stato necessario fare delle verifiche. La diminuzione delle tariffe Inail per abbattere il costo del lavoro a carico delle imprese artigiane attende solo la firma del ministro Tremonti: se ancora manca, il problema non riguarda certo il reperimento dei fondi. Volevamo, invece, avere la certezza che ai lavoratori delle microimprese fossero garantiti i livelli di sicurezza, quando tutto sarà accertato credo che si possa dare il via libera per un decreto ad hoc».

Certo, l’aspettativa è altissima come ha avuto più volte modo di dire il presidente di Confartigianato nazionale Giorgio Guerrini: «E’ una battaglia che portiamo avanti da tempo – ha detto – e finalmente, dopo un duro scontro con il presidente del Consiglio, abbiamo trovato la strada del dialogo. Certo la firma ancora non c’è ed è per questo che noi continuiamo a sollecitare e non stiamo a guardare; ringraziamo per il suo lavoro il ministro Maroni, ma manca l’atto finale che ci auguriamo arrivi presto»
. 
A Marino Bergamaschi, direttore degli Artigiani varesini  è toccato invece il compito di spiegare qual è il nuovo ruolo di un gruppo che, in sessant’anni è cresciuta a tal punto da diventare «la prima e la più grande associazione a livello provinciale per quanto riguarda la rappresentanza degli interessi delle microimprese e l’erogazione dei servizi dell’imprenditoria».

«Abbiamo cominciato nel 1946 e in quell’anno ai nostri associati abbiamo fornito 10 chili di chiodi per tappezzeria e 600 grammi di sapone da barba. Da allora abbiamo fatto tantissima strada e il business d’impresa è diventato solo uno degli ambiti in cui ci muoviamo. Sono cresciuti anche i campi della socialità, della solidarietà e della mutualità. Abbiamo aperto le porte agli imprenditori di domani, anche extracomunitari, incoraggiando e sostenendo la voglia d’impresa. Oggi le aziende associate sono 13.934 e i lavoratori in esse occupati oltre 43 mila. Una realtà che nessuno può più ignorare, è la marcia in più di cui la nostra Provincia, e il nostro Paese, ha bisogno per crescere e diventare grande».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Marzo 2006
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