Cinque per mille: perchè non darlo ai servizi sociali?

L'invito da parte del comune di Varese; il contribuente deve mettere la firma sulla casella “Attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente”

Fino all’anno scorso il contribuente poteva scegliere la destinazione di una parte delle tasse che pagava, cioè l’8 per mille, ad una confessione religiosa o allo Stato.Da quest’anno il cittadino ha una possibilità di scelta in più: all’8 per mille a favore delle attività religiose si aggiunge il 5 per mille a favore delle attività sociali.

Il contribuente può scegliere a chi destinarlo: può decidere di darlo alle associazioni, alle università, agli enti di ricerca, oppure può decidere di darlo ai Servizi Sociali del proprio comune.

Se decide di devolverlo ai Servizi Sociali, il contribuente deve mettere la firma sulla casella “Attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente”, sia che debba presentare il modello CUD 2006, sia che invece presenti il modello 730/2006 oppure il modello UNICO 2006.

«In proposito – spiega Francesco Spatola, dirigente dei Servizi sociali – non si deve dimenticare che i Servizi Sociali sono il sostegno delle persone della città bisognose d’aiuto.  Bambini abbandonati o abusati o maltrattati, adolescenti problematici, giovani donne in difficoltà, persone in cerca di lavoro, famiglie senza casa, disabili che abbisognano di ausili di centri specializzati di relazioni normali, anziani soli e non autosufficienti, senzatetto ed emarginati: sono solo alcune delle infinite tipologie di persone in condizione di debolezza o in stato di necessità che tutti i giorni i Servizi Sociali cercano di aiutare. I mezzi per aiutare chi ha necessità sono molti: con sussidi economici, con collocazione in strutture specializzate, con assistenza psicologica o educativa, con rieducazione di chi ha sbagliato penalmente, con affidamento a famiglie d’appoggio accuratamente selezionate e sostenute, con orientamento alla ricerca di lavoro, con la realizzazione e l’assegnazione di case popolari, con ricerca di compagnia, con aiuto domiciliare (pulizie, igiene personale, pasti, commissioni), con l’animazione di centri d’incontro in cui ritrovare la gioia ed il piacere della compagnia, con l’accoglienza ed il ricovero di senza fissa dimora e asilanti, con difficili e delicate mediazioni e riconciliazioni tra persone in conflitto, con verifiche per le adozioni, con l’offrire agli anziani occasioni di impegno ed utilità collettiva, con il sostegno ed coordinamento di tanti volontari ed associazioni di volontariato che sono disponibili all’aiuto».

Insomma, l’azione dei Servizi Sociali è a 360 gradi.

«I servizi non sono anonimi – precisa Spatola -: sono fatti di persone concrete che aiutano altre persone concrete, hanno il volto di psicologi, assistenti sociali, educatori, assistenti domiciliari, ma anche di impiegati e funzionari che sostengono la trincea dei servizi e le permettono di sostenere il fronte.

 

E’ dal loro impegno e tramite il loro impegno che passano le risorse finanziarie che permettono di aiutare chi ne ha bisogno. Risorse ingenti, nel 2004 € 7.705.200 e nel 2005 € 10.013.150, circa il 14%  delle spese correnti del Comune, ma ancora più ingenti sono i bisogni, e le risorse non bastano mai».

 

Con le cifre indicate a Varese vengono ricoverati in comunità 57 bambini e 31 disabili, vengono mantenuti in casa di riposo 141 anziani, si consente a 134 disabili di frequentare giornalmente centri specializzati e ad oltre 1.500 anziani di ritrovarsi in centri d’incontro, vengono promossi progetti di prevenzione del disagio minorile per circa 1.500 ragazzi, si aiutano a domicilio 90 anziani non autosufficienti, 25 disabili e 70 minori in difficoltà, vengono sostenuti economicamente 206 anziani, 50 disabili, 150 famiglie di minori a rischio, 50 adulti poveri, si ospitano 20 senzatetto e 18 asilanti, vengono assegnati 40-50 alloggi popolari all’anno, vengono sostenuti psicologicamente ed educativamente 100 genitori e 346 minori, con l’accompagnamento sociale di 350 famiglie fragili, si permette il recupero sociale di 10 adolescenti all’anno coinvolti in reati, si favorisce l’inserimento lavorativo di 80 disabili, vengono collegati 25 anziani a rischio a centrali di telesoccorso.

 

E’ possibile però fare ancora di più, se il cittadino sceglie di aiutare con il 5 per mille. Ogni euro in più che arriverà ai Servizi Sociali permetterà di aumentare proporzionalmente gli aiuti e le persone aiutate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2006
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