Contro la precarietà: la ricetta di Maurizio Zipponi

Indipendente, candidato alla Camera nelle liste di Rifondazione, Zapponi sottolinea la necessità di una svolta radicale nelle politiche del lavoro in materia di contratti e fisco

"Alle imprese lombarde servono lavoratori motivati e professionali, non i precari". Non ha dubbi Maurizio Zipponi (foto), sindacalista della Fiom-Cgil candidato alla Camera come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista nel collegio Lombardia 2. "Un metalmeccanico in Parlamento" è il motto che guida la sua campagna (Zipponi è il terzo nella lista di Rifondazione per la camera, e dunque ragionevolmente sicuro di essere eletto sulla base dei risultati attesi del partito); e in questa frase c’è il senso di una candidatura che vuole incidere concretamente nei meccanismi del lavoro stravolti dal precariato selvaggio. . Bresciano, 51 anni, forte di una esperienza decennale nelle file della Fiom-Cgil, di cui ha diretto la sezione regionale lombarda a partire dal 2002, Zipponi si candida per dare risposte positive alla crisi industriale e tentare di colmare un vuoto di rappresentanza politica del mondo del lavoro. Nell’accogliere l’ospite, che oggi si è dedicato ad una serie di incontri con le rappresentanze di varie industrie varesine (dall’Agusta alla Usag e alla Inda, ma non solo), il segretario provinciale di Rifondazione Giovanni Bonometti ha ricordato che ben l’81% delle nuove assunzioni in provincia avviene oggi tramite contratti a tempo determinato, o comunque precari. "La candidatura di Zipponi dimostra che vogliamo fare della lotta al precariato un punto centrale dell’azione di governo" dichiara Bonometti: e Zipponi gela le speranze di chi pensa ad un’Unione divisa, pronta a scindersi come nel 1998 in caso di vittoria. "Questa volta non siamo un’alleanza elettorale volta solo a battere Berlusconi, ma stiamo insieme sulla base di un programma" condiviso chiarisce il candidato. E il fatto di essere stato candidato pur non avendo tessere di partito è prova della fiducia che Zipponi si è guadagnato sul campo.

"Il Paese reale ha bisogno assoluto di un governo di svolta, perchè il governo Berlusconi-Lega ha fallito totalmente nel suo punto forte, che doveva essere l’economia": questa l’analisi di Zipponi. "Imprese e lavoratori italiani stanno peggio di cinque anni fa, lo riconoscono tutti: gli unici che stanno meglio sono un pugno di speculatori finanziari e immobiliari".  
La crisi è profondissima in Lombardia, e ben lo sa Zipponi, che si è visto crollare intorno un mondo. "A Milano in cinque anni sono spariti tutti i settori di punta: informatica, telecomunicazioni, meccanica in genere. Le multinazionali hanno trasferito sedi, industrie e centri di ricerca non in India o in Cina, ma in altri Paesi europei" racconta. In questo scenario, nulla è stato fatto dal governo, e anzi, "in Veneto il centrodestra al governo ha finanziato le industrie che delocalizzano all’Est europeo: ma non si può competere solo sui costi. Gli industriali che chiudono qui e vanno in Cina o in India per poi reimportare i prodotti sappiano che è un gioco che dura poco, lì non hanno certo l’anello al naso".

Ormai anche San Precario, in barba alle indicazioni dall’alto, si è messo a fare campagna a favore del centrosinistra, ed è su sua evidente ispirazione che si muove Zipponi. L’elemento cruciale di tutta la politica dell’Unione in materia di lavoro è la necessità di dare certezze ai giovani e di garantire che il tempo indeterminato ridiventi la modalità normale di assunzione. "Per questo l’Unione prevede di fissare un tetto dell’8-10% di contratti temporanei in ogni singola impresa, contro le percentuali a due cifre correnti attualmente anche in imprese che godono ottima salute". Non si teme un nuovo irrigidimento del mercato del lavoro, in tal modo? No, risponde Zipponi. "È vero che le statistiche parlano di una diminuzione della disoccupazione negli ultimi anni, ma è anche vero che l’Istat non solo considera occupato anche chi lavora un’ora alla settimana, e spesso a conta come tre occupati distinti chi lavora sulla sulla base di tre contratti interinali intervallatid a periodi di disoccupazione…".

I costi industriali decisivi sono per Zipponi quello dell’energia ("il 20-25 per cento in più che nel resto d’Europa") e quello del lavoro, reso insostenibile dal carico fiscale: "è la massiccia evasione fiscale italiana a caricare interamente il peso della tassazione sul rapporto impresa-lavoratori, a danno di entrambi". Da qui la necessità della riduzione immediata del cosiddetto cuneo fiscale, tramite da un lato la lotta dura all’evasione, dall’altro la tassazione delle grandi rendite finanziarie ("non i Bot di cui straparlano dall’altra parte"). "Metteremo le mani in tasca solo agli speculatori, a chi ha mortificato le imprese italiane" promette Zipponi. "Lo faremo non perchè l’Italia divenga un Paese ‘comunista’, ma semplicemente perchè diventi un Paese europeo".

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Pubblicato il 28 Marzo 2006
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