Dal “pasquino” di Gemonio al secessionista di Bregazzana
Quando l'ironia, anche tagliente, entra sulla scena politica locale. I casi di Caravate, Veddasca, Casorate e la chicca d'annata firmata Iacchetti
La satira politica è disciplina antichissima; spesso e volentieri gli strali comico-velenosi sono affidati alle penne taglienti dei giornali, o alle matite più argute che producono vignette che fanno ridere e discutere, e in questo è maestro anche il nostro Gaspare Morgione.
Talvolta capita invece che a "colpire" siano anonimi cittadini che, dietro lo scudo dell’anonimato o di qualche firma inventata ad hoc, attacchino il politico di turno o semplicemente siano autori di qualche scherzo.
In questi giorni post-carnevaleschi al centro della burla è finita Bregazzana, frazione perla del comune di Varese, raggiungibile da due sole strade non delle più agevoli. "Bregazzana libera e indipendente": è questo il messaggio che campeggia su decine di manifesti affissi nottetempo (l’oscurità è una caratteristica comune a molti attacchini e postini clandestini) nel piccolo centro. Con un’aggiunta che non fa piacere al diretto interessato: «Antonio Motta Sindaco». Il riferimento è all’esponente di Forza Italia già assessore all’urbanistica della giunta Fumagalli che ha tutt’altro che sorriso quando ha visto il proprio nome accostato alla secessione di Bregazzana. Un po’ di sportività non sarebbe guastata.
Nel passato recente il caso più clamoroso di satira locale ha riguradato però Gemonio, dove per circa un anno ha imperversato il "pasquino". Persona colta (il Pasquino riprende la tradizione dell’antica Roma (nella foto) dove sotto questa statua i cittadini potevano – e possono tutt’ora – attaccare i potenti attraverso scritte e comunicazioni), molto ben informata e padrona del dialetto locale nel quale ha redatto le molte invettive recapitate ad alcune persono in vista del paese.
Bersaglio preferito le giunte a forte connotazione leghista che hanno vinto le elezioni comunali nel 2004 e nel 2005. Due tornate necessarie perché, nell’autunno di due anni fa, la Giunta Jemoli cadde dopo soli sei mesi di governo. Molti dei consiglieri diedero la colpa proprio al Pasquino che dal canto suo non tardò a sottolineare come "per due stupidate in dialetto i sindaci non si dimettono". E in effetti gli attacchi (che non risparmiarono né i consiglieri né tutti coloro che sostennero la lista vincente, ma neppure Umberto Bossi) furono un pretesto, il più evidente, per tornare alle urne.
Gli scritti del Pasquino scatenarono un vero e proprio caso mediatico ripreso anche da quotidiani e settimanali nazionali anche per i riferimenti a Bossi, punzecchiato per il caso Credieuronord quando Fazio e Fiorani erano ancora ben saldi sui rispettivi "troni". Ma la sua identità rimase sconosciuta.
In Valcuvia un caso simile prese vita a Caravate una ventina di anni fa, quando in paese circolò un periodico, "Il rapacissimo" che faceva il verso al giornale comunale intitolato "La poiana": un foglio che attaccava direttamente l’amministrazione comunale allora in carica.
"Rispetto e solidarietà" è invece la pomposa firma scelta da un comitato di sconosciuti di Veddasca che nella primavera del 2005 scelse l’arma del manifesto per attaccare la Lega Nord. Il Carroccio aveva appeso ai muri alcuni fogli autocelebrativi per festeggiare un finanziamento concesso alla zona ("Grazie Lega per i 40mila euro alla Forcora). La risposta fu secca e chiara: "Grazie Lega perché oltre a sciare in Forcora nuoteremo a Graglio". Un riferimento a un sottopassaggio dove i lavori in corso erano bloccati da mesi con il risultato di creare una vera e propria "piscina" in caso di pioggia. Piscina dove molte auto erano rimaste bloccate.
La campagna elettorale 2005 riservò sorprese a carattere satirico anche ai cittadini di Casorate Sempione dove si presentarono ben sette candidati, forse un record per un comune di circa seimila anime. L’anonimo in quel caso utilizzò come arma la caricatura: una per ogni aspirante sindaco, accompagnata da qualche riga di scherno per evidenziare i difetti di ognuno. Come nella migliore tradizione anche il "Forattini" di Casorate rimase sconosciuto nonostante gli opinionisti "da bar" fossero già certi della sua identità.
Chiudiamo con una perla d’annata, questa volta tutt’altro che anonima. Correva l’anno 1974, la Germania Ovest conquistava i Mondiali di casa, i "Gufi" riempivano l’hit parade con il brano "Era Natale". Un complesso formato da giovani dissacranti residenti a Maccagno approfittò delle strofe cantate da Nanni Svampa per regalare al proprio pubblico un’irriverente protesta contro le lungaggini dei lavori sulla via principale del paese. Il gruppo si chiamava "Tuicc" (porcellini d’India) e schierava Alberto Girardi, Antonio Albertini e un certo Enzo Iacchetti. Quest’ultimo non ha mai perso il gusto per le denunce in salsa satirica come ha dimostrato anche "Striscia la notizia"; peccato però che il problema della provinciale di Maccagno non ha a tutt’oggi trovato soluzione, a differenza di molte battaglie di "Striscia".
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