Fassino: “Cambiare per ridare un futuro all’Italia”

Il segretario DS, mattatore al Teatro Cantoni, espone progetti e programmi dell'Unione al popolo del centrosinistra legnanese: "L'Italia è un grande Paese"

Pienone delle grandi occasioni al Teatro Cantoni di Legnano per l’incontro che vedeva protagonista Piero Fassino (foto), segretario nazionale dei Democratici di Sinistra: oltre trecento gli intervenuti, molti rimasti in piedi per non perdersi il dibattito.

Ad introdurre Fassino era il segretario cittadino Barbara Rosina; erano presenti anche il candidato dei DS al Senato Canio Trione, sul palco, e in sala l’on. Franco Monaco e Stefano Draghi (nella foto in basso), entrambi candidati per l’Ulivo. Introducendo l’ospite, si è sottolineato come Legnano abbia conosciuto recenti, clamorosi episodi di corruzione; ma soprattutto si è lanciato il grido d’allarme per la crisi industriale. Ora la ABB, che fabbrica trasformatori e impiega centinaia di dipendenti, sta chiudendo per volontà della casa madre, una multinazionale.

Prendendo spunto da questa ennesima dolorosa vicenda, Fassino ha ricordato che secondo i dati Istat nel 2005 il Pil italiano non è cresciuto, per la prima volta dal 1980; in compenso sono cresciuti deficit di bilancio e debito pubblico, ed è tornata a salire la disoccupazione, che era scesa continuamente fra il 1997 e il 2004. L’anno scorso 100.000 disoccupati in più; e questo in un Paese in cui l’80% dei lavoratori dipendenti con contratti a tempo indeterminato prende fra i 1000 e i 1500 euro al mese, cifre dal potere d’acquisto ormai modesto. "Il Paese vive una situzione di crisi in seguito al fallimento delle politiche di Berlusconi, che non ha mantenuto alcuna promessa e non ha onorato il ‘contratto con gli italiani’" sintetizza Fassino.
L’Italia non ha una politica industriale, dice Fassino, citando Montezemolo, "altro noto bolscevico" ironizza. Il centrosinistra, Prodi in testa, per rilanciare l’economia vuole tagliare di cinque punti il prelievo contributivo su aziende e lavoratori e defiscalizzare al 50% le spese per ricerca e innovazione sostenute dalle imprese. Per reperire le risorse necessarie, si potenzierà la lotta all’evasione fiscale: "se tutti pagano, si può pagare di meno: il fisco non è una rapina, come crede Berlusconi, serve a finanziare la sanità, la scuola, la polizia e tutti i servizi. Non solo, ma sotto l’Ulivo, tra il 1998 e il 2001 Vincenzo Visco ha ridotto di quattro punti la pressione fiscale senza che lo Stato perdesse una lira, e questo grazie al recupero dell’evasione". Più strettamente politiche altre considerazioni fatte dal leader DS: "Il nostro non è solo un bel Paese. L’Italia è un grande Paese: abbiamo tradizione e risorse per essere fra quelli che contano. Ma per uscire dalla situazione attuale serve una guida autorevole e forte, che soprattutto ridia speranza".

"Oggi mancano stabilità e certezza del lavoro" ha ricordato Fassino, stuzzicato su questo come su altri punti dagli esponenti del mondo del lavoro (fra cui il segretario locale Cgil Primo Minelli), della scuola, dell’impresa e delle professioni presenti sul palco. "A nessuno si può chiedere di essere precario a vita: come si fa a sposarsi e avere figli se si lavora come nei call center, 40 ore la settimana per una paga da 600 a 800 euro mensili? Di queste problematiche la destra non si è preoccupata, anzi le ha esacerbate, ponendo le premesse del precariato cronico". Serve dunque garantire una rete di protezione che copra i periodi senza reddito fra la cessazione di un rapporto di lavoro e l’avvio del successivo; non solo, ma bisogna pensare alla pensione, perchè oggi come oggi chi è precario, a progetto, eccetera, "non la vedrà mai" avverte Fassino, tanto bassi sono i contributi che le aziende versano per loro. E in un mondo in cui si cambierà spesso mestiere, occorre naturalmente investire in formazione, perchè sapere è potere.

L’Italia è messa male e Fassino non se lo nasconde: il compito che attende l’Unione in caso di vittoria è titanico. "Non esportiamo più, perchè i nostri prodotti non sono suficientemente avanzati dal punto di vista tecnologico, ed è inutile dire che in Europa stanno tutti così, perchè la Germania invece esporta e bene. Viviamo in una società in cui ormai si ereditano le professioni, negli ordini ormai ci entri solo se sei figlio di qualcuno. Per la prima volta i nostri figli non hanno più possibilità di quelle che abbiamo avuto noi: e una società che non garantisce un futuro ai suoi figli muore". Ancora: "Il 48% delle famiglie italiane è a monoreddito: lavora uno solo, il capofamiglia. Il lavoro femminile è ancora troppo indietro. Che dire poi di quel 20% di italiani, per lo più giovani ed anziani, che vive in affitto, e si vede sparire quasi tutto lo stipendio o la pensione in questo modo?" Per Piero Fassino "la società non si regge sulla legge della giungla come vuole la destra. Questa è la vera, grande differenza tra noi e loro: per la sinistra nessuno deve essere lasciato solo nella guerra di tutti contro tutti". E ancora sanità (con la lode del modello territoriale delle regioni "rosse"), immigrazione e sicurezza ("fermezza contro l’illegalità, ma anche integrazione, e una nuova legge per il diritto d’asilo di chi fugge dalle guerre e dai dittatori"): un Fassino a tutto campo.
Infine, il proclama: "In tutte le elezioni intermedie dal 2001 ad oggi gli italiani hanno punito duramente Berlusconi. Noi possiamo vincere!" dichiara il segretario DS, interrotto dal pubblico che grida "
Dobbiamo vincere!". "Ognuno di voi" chiede Fassino "faccia prendere coscienza a tuti quelli che conosce della posta in palio, gli faccia capire che non è vero, come stanno cercando di far credere, che tanto siamo tutti uguali e non cambia niente: noi non siamo, tanto per fare un esempio, come Storace". Applausi, sipario.

 

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Pubblicato il 12 Marzo 2006
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