I negozianti: “Problemi con gli immigrati? Mai”

Conciliante l'atteggiamento degli esercenti del centro del rione verso gli immigrati: "il problema è nostro: siamo noi a non voler comunicare con loro"

I negozianti del centro di Sacconago appaiono abbastanza concilianti nei confronti degli immigrati nordafricani, "bersaglio" dell’operazione dei Carabinieri di sabato notte.
Alberto Savoldi, cartolaio in via Marelli, non ha peli sulla lingua: "Abbiamo fatto un passo avanti: meglio questi di quelli che c’erano prima" commenta riferendosi a certi gelesi che prima imperversavano nel quartiere. "Scherzi a parte, c’è del buono e del cattivo, come dappertutto". E i problemi di sicurezza, la paura di uscire la sera che taluni denunciano? "Una volta era peggio. Dicono che c’è spaccio? Qui c’è sempre stato: non era il fumo di oggi, era eroina, e a spacciarla erano italiani. Nel mio piccolo non mi lamento: su questo lato della piazza una volta qui si spacciava, oggi non più. Quello che ci piacerebbe avere qui a Sacconago è un ufficio distaccato della Polizia locale, magari: perchè la pattuglia passa e va, ma la gente ha bisogno di sentirsi tutelata dalla presenza delle forze dell’ordine".
Anche Elena, che gestisce la tabaccheria in piazza, non ha granchè di male da dire sul conto degli immigrati. "È vero," ammette "tutti sono malfidenti verso di loro, pensano subito che siano spacciatori, ma finora non hanno fatto del male proprio a nessuno. Io con loro non ho rapporti di sorta: entrano, comprano il pacchetto di sigarette e via. Qui la gente si lamenta, però intanto le case gliele ha vendute o affittate".

Lo stesso discorso viene ripetuto anche da Cristina e Stefano Moretti, che gestiscono il negozio di fiori all’angolo della piazza. I due riconoscono che "qui c’è sempre stata immigrazione, da che siamo al mondo. Il problema oggi non sono tanto gli immigrati, che di fastidi in definitiva non ce ne creano. Il problema è nostro: siamo noi che non vogliamo comunicare con loro. Tutti a dire ‘ma cosa è diventata Sacconago?’ " Il rione gode infatti di una brutta fama che nei fatti è immeritata: la cronaca nera lo riguarda assai di rado." Qualcuno dice ‘non vado più in piazza perchè ho paura’. Poi sono gli stessi che in vacanza vanno a Sharm el Sheikh" concludono i fiorai. "La gente di qua ha avuto tante parole, ma pochi fatti per far vivere il rione: quanti negozi hanno chiuso perchè gli è stato preferito il supermarket?". Per Stefano e Cristina il problema più urgente del quartiere è quello edilizio, prima di quello etnico. Infatti il centro storico è da tempo in condizioni che rasentano lo scandalo, e nonostante le promesse e le buone intenzioni ancora ben poco si è visto, a parte l’avvio dei restauri alla Chiesa Vecchia (foto sopra), risalente al Settecento. Palazzo Gilardoni e i fasti del centro di Busto sono lontani mille miglia, e in molti rimpiangono il vecchio Comune di Sacconago, sciolto d’imperio da Mussolini nel 1927 per aggregarlo alla Grande Busto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2006
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