Industria grafica, la crisi è anche qui

Il Direttore di Assografici, Claudio Covini, all’Assemblea del Gruppo merceologico "Cartarie, Editoriali e Poligrafiche" dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese

Un settore composito quello della cartotecnica e della grafica, all’interno del quale esistono parecchi segmenti produttivi, ciascuno con un proprio mercato di riferimento. E’ dunque difficile formulare delle analisi congiunturali, sia di consuntivo, sia di previsione, senza correre il rischio della generalizzazione.

Con questa avvertenza, Claudio Covini, Direttore di Assografici, l’Associazione che rappresenta a livello nazionale le industrie del settore, ha esposto i dati previsionali per il 2006 in occasione dell’assemblea del Gruppo merceologico “Cartarie, Editoriali e Poligrafiche” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

“E’ un settore di tutto rispetto – ha riferito il Direttore di Assografici – che tuttavia, nelle sue dinamiche competitive ed economiche risente molto dell’andamento del Pil e dei consumi. E il Pil non mostra, da qualche anno a questa parte, performance entusiasmanti. Grafica e cartotecnica, conseguentemente, risentono anch’esse delle stesse difficoltà dell’economia”.

Le previsioni per il 2006? “Il modello econometrico messo a punto da Assografici insieme all’Università Bocconi ci dice che la grafica editoriale dovrebbe subire una flessione tra 1,1 e 1,7% rispetto al 2005; la grafica pubblicitaria dovrebbe invece registrare un aumento tra il 2,2 e il 2,7%; in crescita anche il segmento dell’imballaggio, tra 1,2 e 1,8%, mentre la cartotecnica andrebbe incontro ad un decremento tra l’1,2 e 1,8%. Occorre però aggiungere che, anche per i segmenti con previsione di andamento più favorevole, l’aumento dei volumi produttivi non sembra destinato a generare una crescita del valore aggiunto perché è si scontra con la forte tendenza alla discesa dei prezzi. E ciò a causa della notevole concorrenza dovuta ad una sovracapacità produttiva”.

La competizione è forte, in un mercato ormai saturo, in cui prevale l’impresa di piccole dimensioni, che soffre talvolta anch’esso di forme di concorrenza sleale. La fotografia del settore, commissionata da Assografici al Centro Studi Prometeia, ha messo in evidenza punti di debolezza ma, fortunatamente, anche punti di forza.

In Italia, il settore ha una presenza assolutamente di rilievo: 20.000 imprese grafiche (con 125.000 addetti) e 4.000 imprese cartotecniche (con 62.000 addetti). L’Italia è il terzo produttore a livello europeo e il settore, nel complesso, genera circa 18.300 milioni di fatturato. In provincia di Varese sono oltre 600 le imprese del settore, con più di 5.000 addetti (oltre 8.000 imprese in Lombardia, con quasi 75.000 addetti).

“Di fronte a questa frammentazione dell’apparato produttivo – aggiunge Claudio Covini – Prometeia suggerisce alcune strade per rafforzare il sistema: far crescere dimensionalmente le imprese (mediante aggregazioni e partnership tra aziende e partnership di filiera); cercare nuovi mercati all’estero; specializzarsi in un determinato prodotto diventando leader nella tecnologia per quello stesso prodotto”.

Le premesse per far crescere ulteriormente il settore ci sono: esso può infatti contare su una rete di imprese con grande esperienza, capacità di adattarsi alle necessità del cliente, propensione all’innovazione, garanzia di qualità. “Il British Museum – prosegue il Direttore di Assografici  – e altre realtà museali di rilevanza mondiale, penso ad esempio a New York, vengono in Italia a far stampare i propri cataloghi. Questo è un riconoscimento importante alla qualità delle lavorazioni che sanno offrire le imprese italiane. Occorre salvaguardare queste competenze”.

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Pubblicato il 29 Marzo 2006
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