La LAV in piazza contro i canili-lager

Gli animalisti si mobilitano il 1° e 2 aprile nella Giornata nazionale contro i canili lager e il randagismo

Riceviamo e pubblichiamo

Sabato 1 e domenica 2 aprile la LAV organizza in 350 piazze d’Italia le Giornate nazionali contro i canili lager e il giro d’affari che ruota intorno al fenomeno del randagismo, stimato dalla LAV in circa 500 milioni di euro all’anno (stima delle sovvenzioni pubbliche per il mantenimento dei cani in canili e rifugi): una cifra che spesso non corrisponde a strutture adeguate né a un corretto mantenimento degli animali.

A Busto Arsizio la LAV sarà presente sotto i portici di via Milano dalle 10.00 alle 19.00.

Tra gli illeciti più frequenti riscontrati dalla LAV e dalle Forze dell’ordine: canili sovraffollati, carenze di cibo/acqua, strutture fatiscenti, carenze igienico-sanitarie, elevata mortalità dei cani, soppressioni eseguite dalle ASL e mascherate da eutanasie, maltrattamenti, scarse adozioni, decessi non denunciati, ecc.

Presso i tavoli allestiti dalla LAV sabato 1 e domenica 2 aprile è possibile firmare la petizione con la quale chiedere un primo impegno concreto al nuovo Governo, al nuovo Parlamento e alle Regioni: una legge d’integrazione alla Legge quadro 281/91 sulla prevenzione del randagismo, che preveda maggiori vincoli e controlli a coloro che gestiscono i canili (standard di qualità e tariffa minima, numero massimo di cani per canile, presenza obbligatoria di un’associazione di volontariato, apertura al pubblico e previsione della figura del "cane libero accudito"), la chiusura dei canili-lager e il perseguimento dei responsabili di maltrattamenti, un’efficiente anagrafe canina e felina, un Piano nazionale di repressione degli abbandoni, le necessarie sterilizzazioni, un servizio sanitario mutualistico per gli animali, allineamento all’Europa in materia di IVA su alimenti e prestazioni veterinarie, accesso ad aree verdi, trasporti e servizi, qualificazione e sostegno al volontariato che accudisce concretamente gli animali, ecc.

Per denunciare l’orrore dei canili "lager" la LAV ha creato il nuovo sito internet www.nolager.com e i cittadini possono segnalare l’esistenza di canili inadeguati al numero LAV SOS Canili "lager" tel. 848.588.544, consentendo così di intraprendere azioni di contrasto finalizzate al sequestro dei canili non in regola e di attivare procedimenti legali contro i gestori.

Coloro che desiderano sostenere questa campagna, con una donazione minima di 10 euro ricevono il tradizionale uovo di Pasqua della LAV (in cioccolato extrafondente realizzato con materie prime provenienti da produttori del commercio equo e solidale). L’1 e 2 aprile presso i tavoli LAV ai bambini verrà regalato “Il gioco del randagio”, per aiutarli a scoprire le difficoltà che incontrano questi animali e a rispettarli. Per conoscere le piazze dove trovare i tavoli LAV, si può consultare il sito www.infolav.org o telefonare allo 064461325.

 

Secondo il Ministero della Salute in Italia ci sono 990 tra canili e rifugi, 640.000 cani randagi di cui un terzo o un quarto nei canili (quindi tra 160.000 e 213.000) e 1.290.000 gatti randagi (stessa cifra dal 2000).

Secondo la LAV, invece, i cani vaganti in Italia sarebbero almeno 1 milione e 550.000 quelli nei canili; gli abbandoni si verificano durante tutto l’anno con punte di oltre il 30% nel periodo di apertura della caccia, per opera dei cacciatori che “provano” i cani e si disfano di quelli “non bravi”, e il 25% in estate. Recenti controlli operati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente su 283 canili nazionali, hanno rivelato un tasso di illegalità del 13% tra illeciti penali e amministrativi.

Il fenomeno degli abbandoni alimenta un enorme giro d’affari intorno alla gestione di canili privati che hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni milionarie con le amministrazioni locali, spesso aggiudicate con gare d’appalto al ribasso d’asta: una struttura con 1.000 cani può aggiudicarsi appalti fino a 2,5 milioni di euro all’anno per il mantenimento degli animali, cifre alle quali non corrispondono adeguate cure per gli animali.

 

"La Legge quadro per la  prevenzione del randagismo n.281/91, che ha abolito la pena di morte per gli animali d’affezione e previsto la costruzione di canili sanitari e rifugi, si è rivelata valida nei principi ma insufficiente nell’attuazione pratica e le Leggi regionali attuative sono generalmente insufficienti o inapplicate – dichiara Elisa D’Alessio, responsabile LAV settore randagismo – E’ necessario integrare la Legge con misure che introducano vincoli e controlli sui canili, chiudere i canili lager, favorire le adozioni, realizzare un’efficiente anagrafe, sterilizzazioni e altre misure; il giro d’affari che ruota intorno ai canili è alimentato da nascite incontrollate e cessione da canili e rifugi di animali fertili (ne esce uno, rientra almeno il 50% delle cucciolate): secondo gli esperti, possiamo avere uno stop alla crescita e un inizio di decrescita solo quando si raggiunge almeno l’80% di sterilizzazioni. Alla società costa di più tenere un cane definitivamente in un canile che affidarlo ad una famiglia. Inoltre la compagnia di un cane o un gatto va incentivata, non contrastata come avviene oggi: una famiglia italiana su tre, infatti, vive con un animale domestico, ma questo costa all’affidatario, tra accudimento e spese veterinarie, come se si trattasse di un bene di lusso e generalmente viene penalizzato per l’accesso a servizi e strutture".

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Pubblicato il 29 Marzo 2006
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