Maroso felice: «Questo Varese ha conquistato i giovani»
Il presidente biancorosso soddisfatto della risposta del pubblico alla cavalcata della sua squadra
La scaramanzia è stata più forte, ma visto il risultato finale di Varese-Uso Calcio, è valsa la pena restare a casa.
Peo Maroso, il presidente biancorosso, ancora una volta ha disertato il Franco Ossola in occasione della gara di campionato, attendendo con le finestre spalancate i boati dello stadio. «Quest’anno ho visto solo tre partite dal vivo, le altre le ho vissute in attesa, però sono contento ugualmente». E in effetti domenica Maroso (nella foto con Ricky Sogliano) di boati ne ha uditi ben cinque: esplosioni di gioia che hanno accompagnato la cavalcata dell’undici di Mangia, ora a un passo dalla promozione.
Presidente, si aspettava così tanta gente al fianco del Varese?
«Non me ne aspettavo così tanta, e soprattutto non pensavo che ci fossero così tanti giovani: questo è l’aspetto più positivo, la base per il futuro. Poi, per fortuna, la squadra ha offerto una prova eccellente e ha completato una giornata perfetta».
La matematica non ha ancora emesso il verdetto finale. A questo punto però per il Varese sembra fatta.
«Come ho detto altre volte, io non misuro il punto finché tutte le bocce sono ferme, perché nel calcio ho visto accadere di tutto. Però è evidente che sarebbe folle perdere il campionato, con questo vantaggio. Aspettiamo comunque a festeggiare; però contro il Vado tra due domeniche penso proprio di venire allo stadio».
Il collettivo è la forza di questa squadra fin da settembre. Non pensa però che l’accoppiata Lepore-Bortolotto abbia dato la classica "marcia in più"?
«Franco ed Enrico sono due ottimi giocatori, ma credo proprio che il Varese abbia costruito questa stagione facendo leva sull’intero gruppo. I più giovani hanno dato l’energia, la freschezza, ma io non dimentico l’importanza dei veterani che sono riusciti a trasmettere sicurezza e compattezza».
Sul futuro rimane una nuvola: quella del ventilato disimpegno annunciato da Riccardo Sogliano. È preoccupato per quello che potrà accadere?
«Iniziamo a finire bene questa stagione, poi vedremo il da farsi. Io sono sempre stato ottimista e voglio continuare su questa strada. Penso inoltre che il progetto portato avanti da Sogliano sia un’ottima cosa per tutta la città. Voglio essere fiducioso».
Lei è stato giocatore, allenatore e dirigente biancorosso. Questa formazione le ricorda qualche suo Varese del passato?
«Per il modo di giocare no, perché la tecnica e la tattica sono molto cambiate rispetto a una volta. Invece per quanto riguarda la grinta e la determinazione mi sembra di rivedere la squadra con cui conquistammo la Serie A nel 1973/74. Quell’anno io allenavo e al mio fianco c’erano Guido Borghi e lo stesso Sogliano che ci mettevano nelle condizioni di lavorare al meglio».
In quell’occasione rivestiva i panni del tecnico che ora sono di Devis Mangia. Visto l’andamento del campionato il giudizio sul mister è positivo?
«Mangia può solo fare bene nel mondo del calcio. È preparato, è molto giovane, ha tanta strada davanti. Lui è stato bravo, ma io voglio applaudire anche coloro che gli hanno permesso di lavorare nel migliore dei modi, ovvero Luca Sogliano e Silvio Papini. La squadra è unita in campo e nei quadri dirigenziali, i risultati sono la conseguenza di questo».
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