Mizar, luci e ombre dall’incontro di Villa Recalcati

Il presidente della provincia Marco Reguzzoni disponibile a venire incontro ad alcune richieste dei lavoratori dell'azienda bustese, in via di chiusura

I lavoratori della Mizar, storica azienda tessile bustese che sta chiudendo i battenti dopo oltre quarant’anni, hanno inviato oggi a Varese la propria Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) aziendale per incontrare i vertici della Provincia. I rappresentanti si sono incontrati col presidente Marco Reguzzoni e con funzionari provinciali per discutere degli interventi che l’Ente provinciale può attuare in loro favore.

Sarà molto difficile poter assumere nel pubblico impiego qualche ex dipendente Mizar, come richiesto, dal momento che in lista per un posto pubblico sono già in molti; forse qualche lavoratore appartenente a categorie protette potrebbe trovare impiego in lavori socialmente utili. Niente da fare, invece, per un eventuale servizio di trasporto su autobus da Busto alle valli della Bergamasca per quanti dovessero restare alle dipendenze del gruppo; la provincia non può accollarsi i costi di un servizio che sarebbe di fatto privato e limitato a pochissime persone.

Decisamente migliori, infine, le prospettive per quanto riguarda i corsi di riqualificazione. In questo caso i lavoratori saranno selezionati uno per uno, in base a caratteristiche quali età, sesso, esperienze lavorative, per essere avviati alla riqualificazione professionale in vari ambiti. Poichè il 26 marzo prossimo scadrà la cassa integrazione ordinaria per la Mizar, il presidente Reguzzoni si è impegnato a contattare il ministro del Welfare Roberto Maroni per  far ottenere in tempi rapidi la cassa integrazione speciale; Reguzzoni dovrebbe inoltre contattare la proprietà dell’azienda, anche in vista di una prossima ripresa delle trattative.

Fin qui le promesse della Provincia, alle quali tuttavia il rappresentate della Cgil nella Rsu, Claudio Venturin, oppone un prudente scetticismo. "Reguzzoni è stato gentile e disponibile: ha fatto la sua parte, del resto promettere è un po’ il mestiere dei politici. Se solo la metà di quanto ci è stato promesso sarà mantenuto, per noi sarà già un successo". E in questo commento c’è tutto lo sconforto e l’amarezza dei 110 della Mizar, un patrimonio d’esperienza che sfuma, un altro pezzo della Manchester d’Italia che sparisce.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Marzo 2006
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