Mizar, muro contro muro sui criteri di trasferimento
I dipendenti e l'azienda su posizioni opposte per quanto riguarda i criteri di trasferimento a Bergamo dell'industria tessile
Nuovo incontro tra i lavoratori della Mizar e la proprietà dell’industria tessile che ha deciso di trasferire la produzione in provincia di Bergamo. Se nei giorni scorsi la trattativa sembrava potesse avere spiragli di apertura, dopo l’incontro serale di ieri il rischio di un muro contro muro senza soluzione è dietro l’angolo. Da una parte i rappresentanti dei lavoratori che chiedono garanzie per il mantenimento dei livelli occupazionali, con attenzione anche alla qualità del lavoro, dall’altra l’azienda, che non ha nessuna intenzione di accollarsi le spese di trasferimento degli operai che sceglieranno di trasferirsi nella bergamasca. I dipendenti iscritti a libro paga della Mizar attualmente sono 113: domani, giovedì 16 marzo si svolgerà un’assemblea per chiarire la posizione degli operai: «Se anche solo uno decidesse di trasferirsi a Bergamo dovremo trattare – spiega Antonio Forestieri del SinCobas – ma vanno chiariti i criteri di trasferimento: se le cose rimangono così la trattativa potrebbe chiudersi». Il 24 marzo inoltre i sindacati saranno ricevuti al Ministero per la firma del documento relativo alla cassa integrazione.
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