Oro della Banca Nazionale: i soldi vadano ai lavoratori ticinesi

Il 21 maggio i ticinesi saranno chiamati ad esprimersi sulla destinazione di 557 milioni di franchi provenienti dalla vendita dell'oro della Bns

In Ticino si andrà alle urne il 21 maggio per decidere come utilizzare i 557 milioni di franchi provenineti dalle vendita delle riserve di oro della Banca nazionale svizzera. Il referendum della Lega, lanciato in dicembre con il motto "I soldi ci sono! L’oro della Banca Nazionale a chi vive e lavora in Ticino!" è infatti riuscito. Il partito di Giuliano Bignasca ha raccolto 8014 firme, 1014 più del necessario.

Il Gran Consiglio aveva deciso di destinare 280 milioni all’ammortamento del debito del Cantone. Secondo i sostenitori della campagna, invece, spetta ai ticinesi decidere come investire una cifra che è considerata patrimonio derivante dal lavoro delle passate generazioni. A suo avviso, i soldi dovrebbero andare alla popolazione e servire in particolare a misure a favore delle persone anziane o dei giovani che si lanciano in un’attività indipendente. Anche il sindacato Unia ha preso posizione e appoggia il referendum chiedendo che i soldi possano essere utilizzati per finanziare il lavoro e combattere la disoccupazione.

«L’intendimento di Unia è principalmente quello di chiarire, in prospettiva futura, l’aspetto ordinario di una serie di misure e quindi la loro finanziabilità attraverso i proventi della gestione corrente e gli aspetti straordinari ai quali andranno destinati i fondi in questione per promuovere iniziative altrimenti difficilmente finanziabili. – spiega in un comunicato il sindacato svizzero –  Senza un chiarimento di questo tipo, si corre il rischio di creare una inutile dispersione di risorse e, soprattutto, di alleviare la gestione corrente di oneri che le competono, contribuendo così ad abbellire consuntivi e preventivi grazie ai fondi provenienti dalla vendita dell’oro della Banca nazionale»

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Pubblicato il 27 Marzo 2006
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