Platinette, la persona dietro la parrucca
Teatro Pieno, risate e emozioni per il recital di «una pazza cinquantenne finocchia che più che cantare urla e parla della sua vita»
Andreste mai a uno spettacolo dove vi dicono esserci uno che racconta la sua vita cantando a suo modo delle vecchie canzoni? Normalmente no, probabilmente. Ma non è una regola che vale sempre, visto che i varesini si sono ritrovati in massa al teatro Apollonio – Rossi d’Angera, ieri pressoché esaurito, per ascoltare «una pazza cinquantenne finocchia che più che cantare urla e parla della sua vita» come Platinette, alias Mauro Coruzzi, si è autodefinita.
Un pubblico che aveva tutta l’aria di andare a vedere “dal vero” uno dei fenomeni delle trasmissioni più popolari, come “Buona Domenica” e “Amici” e ingolosito ulteriormente dalla presenza di Raffaella Lucà (nella foto sotto), ballerina arrivata a un passo dalle finali dell’ultima edizione della trasmissione di Maria de Filippi alla sua prima apparizione fuori dalla scuola.
Ma che si è ritrovata davanti un recital dolceamaro di una bambino allevata dalle suore, come tutti alla ricerca vana del grande amore («Ma trovare qualcuno con cui scopare è facile, trovare chi t’abbracci molto meno»), una “frocia” con disturbi nell’alimentazione ma con una una sorella bellissima, modella per trent’anni, 52 chili per 1 metro e 75 d’altezza anche a sessant’anni, di cui ha condiviso nome (lei si chiama Maura) e corredino.
E così dietro il motto «Chi fa dell’assenza di talento un mestiere deve prima o poi avere il coraggio di salire su un palco e mettersi alla berlina», Platinette ha squadernato al pubblico, senza perdere di vista considerazioni trash e crudele ironia su se stessa, una storia umana che fa pensare anche chi forse, prima, non aveva alcuna intenzione di affrontare quest’argomento.
E chi assiste allo spettacolo, tra "Cobra" della Rettore cantata e commentata alla carrettiera (« Chiedo scusa ma qualche discesa nella volgarità serve per riguadagnare la classe subito dopo…» commenta) e l’omaggio a Mimì – Mia Martini «memoria di questo territorio» fatto dalla straordinaria Aida Cooper (è stata una delle più contese coriste tra le star della musica in Italia) che l’accompagna insieme ad un’orchestra jazz con musicisti di alto livello, ha l’occasione di cogliere almeno una parte della profondità umana e del percorso esistenziale di Mauro Coruzzi, che ha scelto di cominciare a calcare le scene nascosta dietro Platinette, un personaggio eccessivo e trash che gli ha permesso di rendere cartoon nazional popolare la sua nuda verità.
L’intervista: Platinette diventa Professore? l’evoluzione possibile passa da Amici
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