Primarie: sì, no, forse
Le reazioni alla proposta della Margherita: contrarie Rc e Pdci, possibilisti i Ds, ma dopo le politiche
La proposta della Margherita ha creato scompiglio. Il centrosinistra di Gallarate sembra essere un circo dove le sorprese arrivano ogni settimana: prima la candidatura di Andrea Buffoni, poi l’idea Primarie. E le elezioni sono ancora lontane tre mesi abbondanti. L’Unione, che da 8 mesi parla e discute di programma unitario, sembra dare i primi segni di cedimento proprio a pochi metri dal tunnel degli spogliatoi, quando la partita sta per cominciare. A mescolare le carte le difficoltà a trovare un nome che vada bene a tutte le parti in causa. Ds, Margherita, Sdi – La Rosa nel Pugno, Rifondazione comunista e Comunisti italiani, Verdi, Movimento Federalista Europeo e Udeur: tutti sono fermi sulle proprie posizioni. La Margherita ha messo sul tavolo il nome di Angelo Senaldi, il PdCI Ennio Melandri, appoggiato anche da Rifondazione Comunista, i Ds Pierluigi Galli. Gli altri stanno alla finestra, con l’incognita Sdi, che non ha ancora presentato ufficialmente Andrea Buffoni, il cui nome però aleggia come un fantasma sulle segreterie dei partiti dell’Unione.
L’ipotesi Primarie non è ben vista dagli alleati della Margherita. Il più netto ad esprimere un parere contrario è Osvaldo Bossi, segretario cittadino del PdCI: «Per principio siamo contro le Primarie – spiega -, a Gallarate poi, dove c’è un programma condiviso e discusso da mesi, non vedo come si possa giustificare questa ipotesi. Mi sembra anacronistico ed è tardi. Non c’è una ragione politica valida, sono sorpreso da questa uscita. Mi sembra che la Margherita debba chiarirsi al proprio interno, piuttosto che proporre una soluzione simile a tutta l’Unione: possono entrare anche candidati che non hanno condiviso il programma. Infine non mi è piaciuto il modo con il quale è stata presentata questa ipotesi, in una conferenza stampa, fuori dal tavolo dell’Unione». Su questo punto è d’accordo Stefano Rizzi, segretario di Rifondazione Comunista: «Siamo contrari innanzitutto al metodo – ha detto -. Questa maniera di presentare come Primarie qualcosa che Primarie non sono è come ingannare i cittadini: è solo un modo di contare i voti in una lotta tra i due partiti più grande dell’Unione, una sorta di prova di forza. È un peccato di supponenza presentarle in questa maniera. Che ci sia un problema nello stabilire il candito del centrosinistra è un dato di fatto, ma il percorso interno all’Unione non doveva prendere questa strada: le decisioni sono sempre state condivise e lo saranno anche in futuro».
Più possibilista Giorgio Bisaccia, segretario cittadino dei Ds: «È lecito e comprensibile proporre soluzioni per uscire dall’impasse, ognuno ha il diritto di segnalare le proprie quando le altre strade sembrano precluse – spiega -. Non condivido il modo un po’ rozzo con cui è stata presentata questa proposta, fuori dall’Unione. Si potrebbero prendere in considerazione le Primarie, ma le date proposte dalla Margherita (il 26 marzo o il 2 aprile, ndr) non mi sembrano possibili: siamo impegnati nella campagna nazionale, si potrebbe pensare ad un post politiche. Se ci fossero le Primarie, mi auguro che almeno si esca dall’imbarazzante ipotesi di presentare due candidati dell’Ulivo. Io auspico che si decida prima, che i partiti della coalizione prendano una decisione coscienziosa per convergere su un nome. A Gallarate serve un candidato di sinistra, non condivido l’idea di chi dice che solo un uomo di centro possa vincere. I tempi sono maturi».
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