Prodi-Berlusconi, chi l’ha visto dice che…

I commenti del giorno dopo. Critici i giudizi sulla formula all'americana e sull'atteggiamento dei due contendenti e dei giornalisti

Una televisione su due ieri sera era collegata su Rai Uno. Il faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi ha catalizzato l’attenzione di mezza Italia, creando attese prima e reazioni poi. Ieri abbiamo chiesto ad alcuni varesini “famosi” come avrebbero passato la serata. Oggi è il giorno dei commenti.

Che hanno esordito proprio sulla qualità del faccia a faccia, profondamente diverso dagli incontri televisivi visti fino a ieri:  «L’efficacia del format? Assolutamente nulla – commenta Vittorio Malagutti, giornalista economico per l’Espresso, tra gli inviati più "spinosi" d’Italia, sopratturtto sugli scandali finanziari  – Ha costretto a un confronto ingessato i due contendenti, per niente aiutati da domande altrettanto ingessate e spesso troppo tecniche, specialmente quelle di economia: e questa è un’opinione che esprimo da giornalista economico, che dovrebbe capirci…  Così, il livello spettacolare non solo è stato basso, ma ha anche impedito ad entrambi di articolare correttamente le risposte»

Su chi abbia vinto invece Malagutti non ha dubbi: «Prodi è stato molto più efficace, sia per ciò che ha detto che per come l’ha detto. Berlusconi è apparso ossessionato dalla sconfitta elettorale risultando rancoroso e recriminatorio: ha sbandierato un fiume di numeri spesso a casaccio e con pochi riscontri. Inoltre, mi ha stupito molto che, pur essendo considerato universalmente un indiscusso esperto del mezzo televisivo, ieri si sia comportato come se non lo fosse per niente. Scarabocchiava continuamente, non guardava quasi mai la telecamera: paradossalmente sembrava molto più a suo agio Prodi, che normalmente non è brillantissimo, ma ha potuto recitare la parte dell’uomo di Stato e dare quella visione da “buon parroco” che tutti gli attribuiscono, senza però esagerare»

Secondo Franco Ferraro (foto), caporedattore di SkyTg24 «la formula all’americana ha danneggiato evidentemente Berlusconi, abituato a interventi torrenziali, spesso accompagnati da botta e risposta, frecciatine e stoccate. Ieri sera sembrava imbrigliato. Prodi è apparso più a suo agio, ha tratto vantaggio dal fatto che poteva spiegare senza affanni e senza interruzioni – spiega Ferraro -. Le domande dei giornalisti poi sono state senza dubbio pertinenti e di buona qualità, ma tante altre andavano fatte e non sono state poste. Il giudizio sulla formula non è positivo: finisce con narcotizzare il confronto per garantire in pieno la par condicio. La nostra tradizione giornalistica ha molto più ritmo. Va poi rivista la figura del moderatore: non si può mettere un cavallo di razza a tirare il carretto. Mimum, lo ha detto lui stesso, si è sentito frustrato, ha fatto poco più di un vigile urbano».

Non fa sconti il coordinatore della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università dell’Insubria, Claudio Bonvecchio (foto): «In Italia una formula simile non può funzionare. I problemi veri non sono stati affrontati, è stato un insieme di chiacchere senza nessuna ricetta per il bene del paese, si è perso tutto nella nebbia di un pastone generalizzato. L’Italia avrebbe bisogno di una comunicazione vera per affrontare i problemi reali, non di un teatrino. A mio parere il modello migliore sarebbe quello di una tavola rotonda con due tecnici super partes e due politici, con domande precise e dirette, non esageratamente tecniche come quelle fatte ieri sera. I due sfidanti hanno preferito puntare sui sentimenti, piuttosto che sui contenuti: ma quando si va a votare si deve usare la ragione, non i sentimenti, altrimenti non si andrebbe neppure a votare. In sostanza, tra i due contendenti di ieri, ha perso la democrazia».   

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Pubblicato il 15 Marzo 2006
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