Qualità dell’edilizia scolastica, Varese fanalino di coda

La ricerca "Ecosistema scuola 2006" di Legambiente sullo stato di salute degli edifici delle scuole dell'obbligo nelle città capoluogo di provincia

Il livello di qualità dell’edilizia scolastica nei capoluoghi lombardi non raggiunge la sufficienza. Solo Lodi e Brescia sfiorano il sei in pagella, Cremona è sotto il cinque e mezzo, tutti gli altri prendono pessimi voti fino al non classificato di Varese e Milano.

E’ quanto emerge da "Ecosistema scuola 2006", l’indagine nazionale di Legambiente sullo stato di salute degli edifici delle scuole dell’obbligo nelle città capoluogo di provincia. La ricerca annuale prende in considerazione 59 parametri che, tramite questionario, forniscono informazioni relative alla qualità delle strutture, in particolare al gradi di manutenzione e alla presenza di servizi.

Vincitrice della graduatoria nazionale è Prato, che prende quasi otto, primo tra i comuni lombardi è Lodi (11ma con voto 5,8), seguito da Brescia (12ma con 5,7) e Cremona (15ma con 5 ½). Sondrio, Como, Mantova, Lecco Bergamo e Pavia sono tra il cinque e l’1,5, mentre fanalino di coda sono Varese, che ha presentato un questionario incompleto, e Milano che non ha invece fornito alcun dato sulle sue strutture scolastiche, confermando la difficoltà delle grandi metropoli a monitorare e pianificare la manutenzione dei propri stabili.

Oltre il 46% delle scuole delle città della Lombardia ha urgente bisogno di interventi di manutenzione straordinaria, preoccupante inoltre la percentuale di amianto presente negli edifici: nel 2006 si trova ancora nel 13% delle scuole che sono in attesa di interventi di bonifica.

E ancora, alcuni edifici si trovano a poca distanza da fonti d’inquinamento: il 14,46% è a meno di un km da aree industriali, il 9,34% da elettrodotti ad alta tensione e il 6,93% da antenne emittenti radiotelevisive. Abbastanza alta la percentuale degli istituti scolastici che non ospita strutture per lo sport (27%), ma oltre il 90% può contare sulla presenza di un giardino.

E’ invece interessante il miglioramento dal punto di vista dei consumi: l’87% degli edifici è dotato di fonti d’illuminazione a basso consumo e il 42% utilizza forme di risparmio energetico, cresce anche la raccolta differenziata che coinvolge un alto numero di scuole per la carta, organico, vetro e plastica. Anche l’alimentazione scolastica è sempre più attenta: oltre il 40% dei pasti serviti nelle mense della Lombardia è interamente biologico.

«Le nostre scuole dovrebbe essere sottoposte a interventi consistenti sul piano finanziario – commenta Andrea Poggio, presidente regionale di Legambiente – Ed è preoccupante constatare come, una regione all’avanguardia come la nostra, prima per reddito, e competitività, che si distingue per le buone performances, anche ambientali, delle sue città, sia invece mediocre sul fronte della sicurezza e della qualità che riserva ai luoghi in cui i più giovani trascorrono gran parte del loro tempo. Duole constatare come sia ancora una volta il segno della scarsa attenzione che i nostri amministratori riservano all’educazione delle generazioni future».

Ma l’ennesima proroga al 30 giugno 2006 della legge 626/94, che obbliga le amministrazioni comunali alla messa a norma di tutti gli edifici scolastici, conferma la gravità della situazione, in cui la normalità è la riduzione di risorse per l’edilizia scolastica. E le cifre stanziate dal governo sono in caduta libera: dal miliardo e 530milioni di euro del quinquennio precedente, siamo ai 462 milioni di euro di questa legislatura, a cui sono stati sottratti ancora 13 milioni. Nessun finanziamento è stato previsto dalla finanziaria per il 2006. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Marzo 2006
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