Rinnovamento e coerenza, la politica di Zapatero
Presentato al circolino di Biumo il libro-intervista con il premier spagnolo di Aldo Garzia e Pietro Calamai
Piano piano sta diventando un caso letterario, tra breve potrebbe divenire anche un caso politico. “Zapatero, il socialismo dei cittadini” di Aldo Garzia e Pietro Calamai (ed. Feltrinelli) è il primo libro-intervista mai scritto sul giovane premier spagnolo. Ed è stato scritto da giornalisti italiani e pubblicato in Italia, tanto è vero che – ironia della sorte – ora si sta preparando una traduzione in spagnolo.
Ieri sera uno dei due autori, il direttore della rivista “Aprile” Aldo Garzia, era a Varese, al circolo Sancho Panza di Biumo, per presentare il libro-manifesto del leader che tanto fa discutere l’Italia e l’Europa. C’è chi lo considera un faro da seguire ciecamente, per la sua battaglia per i diritti civili e la laicità che sta cambiando volto alla Spagna, chi invece lo vede come una sorta di Anticristo sfascia famiglie e divora tradizioni. In mezzo a questi estremi, una miriade di posizioni per lo più orientate alla tiepidezza, come quella di larga parte della sinistra italiana che forse in cuor suo vorrebbe fare come Zapatero, ma non può osare tanto perchè vittima della contingenza politica italiana. Ma chi è veramente Jose Luis Zapatero? Come mai provoca tanto scalpore in un paese presunto maturo come l’Italia mentre nella cattolicissima Spagna, che ha conquistato la democrazia solo da trent’anni, vola nei consensi? Secondo Garzia la grande intuizione politica di Zapatero è stata aver capito la voglia di rinnovamento che attraversa la società spagnola. Un cambiamento non di facciata, ma un cambiamento profondo che toccasse ampi settori della vita. E Zapatero – 46 anni, appena quindicenne quando morì Franco, deputato più giovane della storia a soli 25 anni – incarna alla perfezione questo “spirito nuovo” che pervade
Zapatero sta dunque traghettando
Oltre che della politica contingente e quotidiana, il libro parla anche della politica in senso ideologico –filosofico. Ed è qui che forse sta l’aspetto più innovativo ed interessante della novità Zapatero. Secondo il leader spagnolo il socialismo ed il comunismo hanno sempre visto la storia in maniera economicista, pensando alla liberazione dell’uomo dal capitale e dallo sfruttamento del lavoro. Tuttavia questi due grandi filoni del pensiero storico non hanno mai pensato all’organizzazione democratica a livello di sovrastruttura, sottovalutando il lato umano dei rapporti che si vengono a creare in una società complessa, dando di conseguenza poco valore ai diritti individuali. Diritti individuali che invece sono al centro del pensiero democratico-liberale. La nuova via della sinistra moderna ed europea, secondo Zapatero, è quindi quella dell’alleanza tra il meglio di questi due pensieri – non sistemi – politici, per un corretto e costante sviluppo della democrazia e dell’uomo.
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