Sindacati a Palazzo Marino: nulla di fatto
Incontro per chiarire il futuro di Sea e il trasferimento dei 50 lavoratori ad Ata. Venerdì alle 15 lavoratori Sea in assemblea
Incontro interlocutorio in Comune a Milano tra i sindacati dei trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt e l’amministrazione milanese, azionista di maggioranza di Sea. L’incontro è stato richiesto dalle sigle sindacali per discutere della situazione della società che gestisce gli scali milanesi, il piano strategico e le strategie future, con particolare attenzione alla prossima liberalizzazione degli handler e alle regole conseguenti. Nei giorni scorsi i sindacati avevano già incontrato Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, trovando la disponibilità a trovare regole per la suddetta liberalizzazione che dovrebbe essere avviata il prossimo giugno. Sul piatto anche il trasferimento di 50 lavoratori da Sea ad Ata. I sindacati chiedono che avvenga su base volontaria e con criteri validi e condivisi, Sea non si muove dalla sua posizione: Ata è subentrata a Sea e i trasferimenti rimangono.
A Palazzo Marino nell’incontro con il Comune di Milano, i sindacati sono rimasti «delusi dal fatto che si è presentato solo l’assessore Goggi, che si occupa di trasporti, mentre chi si occupa di personale non si è presentato, vale a dire Magri: siamo delusi e amareggiati – ha detto Antonio Albrizio della Uilt -. Goggi si è detto disponibile al confronto, anche se Milano va al voto e lui probabilmente sceglierà altre strade». Dopo ilo nulla di fatto a Palazzo Marino, i lavoratori di Sea si ritroveranno venerdì in assemblea a Malpensa alle 15 per decidere come comportarsi. Nel contempo i sindacati hanno inviato una lettera a Sea, Ata ed Enac per ribadire la richiesta di rinviare i trasferimenti dei 50 lavoratori, dando il tempo alle parti di aprire un tavolo per trovare soluzioni condivise. Inoltre è stato presentato in Comune a Milano un ordine del giorno e un’interrogazione che chiede conto dell’assenza di Magri alla riunione.
«Resta il fatto che l’atteggiamento intransigente di Sea complica le cose e accende il clima – continua Albrizio -. Il presidente Bencini ha preso in mano Sea con 50 milioni di debiti: ora ne ha 48 e in più ci sono 1500 dipendenti in meno, senza contare la tensione sociale provocata dal precariato e la mancanza di regole che regna in aeroporto. In più sono in ritardo numerosi lavori di ampliamento, per cui si è rischiato di perdere finanziamenti già previsti. Oltretutto la vendita di Sea è saltata definitivamente, tant’è che il Comune di Milano ha destinato il maxidividendo di Sea alla costruzione della quarta linea della metropolitana».
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