Solanti in Procura: “Non ero neanche nato nel 1945”

Il sindaco samaratese convocato dal gip di Busto Arsizio Donatella Banci come "persona informata sui fatti" dell'eccido di Samarate del 25 aprile 1945

Samarate, 27 aprile 1945. Si consuma quello che la storia ha registrato come l’Eccidio di Samarate: 10 fascisti, il più giovane dei quali aveva 17 anni, della brigata Malpensa, furono fucilati dai partigiani. A 60 anni dalla Liberazione, oggi, 29 marzo 2006, il sindaco in carica di Samarate Vittorio Solanti è stato convocato in Tribunale a Busto Arszizio dal gip Donatella Banci come “persona informata dei fatti”. Secondo il legale della sorella del sergente Mario Onesti, uno dei fucilati, avvocato Luciano Randazzo, Solanti sarebbe a conoscenza di nomi e particolari utili all’inchiesta.

«Non ho nessuna paura della verità – ha detto Solanti uscito dalla Procura -, è difficile giudicare a 60 anni da quei fatti. Io non ero nemmeno nato all’epoca dei fatti (Solanti è del 1946, ndr), non vedo come potrei conoscere fatti o nomi, se non leggendo dalle pagine dei libri. In particolare mi sono avvicinato alle vicende leggendo il libro pubblicato per celebrare i 50 anni dalla Liberazione. Ho letto con attenzione le testimonianze, da quelle parole ho potuto cogliere che probabilmente chi ha sparato non era nemmeno di Samarate. Di più non so e non posso sapere. So che c’era la guerra e che era una situazione difficile, dove regnava l’odio reciproco e l’astio nei confronti dell’avversario, del nemico. Sono disposto ad analizzare la questione e a confrontarmi sul piano storico per fare chiarezza sulle vicende, dolorose, di quell’epoca».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Marzo 2006
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