Studenti in sciopero: «Non siamo macchine»
Stato di agitazione al CFP per il nuovo orario e per alcuni problemi organizzativi. Il presidente Bosco ha promesso di intervenire. Intanto studia corsi a pagamento
Sotto lo striscione "Non siamo macchine, siamo ragazzi", gli studenti del CFP di Varese hanno accolto questa mattina le autorità giunte in via Monte Generoso per presentare un nuovo corso per florovivaisti.
Gli oltre 150 studenti hanno protestato di fronte all’istituto per richiamare l’attenzione dei dirigenti e della Provincia su quella che definiscono una situazione insostenibile: « A causa di alcuni errori nella compilazione dell’orario nel primo quadrimestre – ci spiega una ragazza del primo anno – oggi ci troviamo a dover recuperare, rimanendo a scuola per ben quattro pomeriggi. Considerando che qui in zona non c’è una mensa e che per molti di noi il viaggio è molto lungo, protestiamo contro questa decisione che, inoltre, ci è piovuta dall’alto senza alcun preavviso».
A completare la lista dei problemi della scuola di via Monte Generoso ci sono anche i bagni che, secondo i ragazzi, verrebbero chiusi durante le ore di lavoro, le condizioni precarie dei propri insegnanti e una disparità di trattamento persino rispetto ai compagni degli altri CFP.
Una clima di insofferenza a cui il presidente dell’Agenzia Formativa Roberto Bosco ha promesso di voler metter mano verificando la congruità delle accuse mosse dai giovani: «Dò atto ai ragazzi di aver manifestato con responsabilità, fermandosi all’estero della scuola. La situazione di questi corsi è particolare: ogni anno si presenta la necessità di fare brevi periodi di integrazione delle lezioni che vengono compresse a causa degli stage obbligatori per tutti. Quanto alle richieste di avere degli organi rappresentativi e delle ore assembleari di confronto tra di loro, ci stiamo già lavorando e già dal prossimo anno potremo introdurre queste variazioni. Così come la mensa interna che potremmo ricavare senza grossi problemi dando persino possibilità di fare esperienza ai ragazzi del settore cucina e sala/bar».
L’insofferenza odierna è solo l’ultima "grana" che il mondo della formazione professionale sta vivendo a causa del clima di incertezza e di scarsi finanziamenti. Anche per i CFP della Provincia, abituati al sostegno pubblico, il periodo attuale è estremamente delicato: «Siamo di fronte ad una difficile sfida – spiega Bosco – dobbiamo cercare la nostra via, attirare finanziamenti esterni grazie al valore della nostra opera. Guadagnarci stima e affetto da parte del territorio per diventare indipendenti». Attualmente, l’Agenzia formativa ha ricevuto iscrizioni per avviare a settembre circa 25 corsi, la Regione, però, passerà fondi per reiterare "solo" gli attuali 14, tagliando, inoltre, altri 15.000 euro a corso : «Se noi avessimo un canale privato di sostegno, potremmo avviare molte più classi».
Il primo esempio è proprio il corso per florovivaisti che verrà avviato grazie al contributo esterno ( circa 40.000 euro) che la scuola professionale Leonardo da Vinci devolverà: l’istituto ha chiuso ma, per mantenere il suo scopo educativo, ha deciso di girare all’Agenzia i proventi dell’affitto del suo palazzo alla media Manfredini. Il corso, che si avvarrà delle serre di via Monte Generoso, è stato voluto fortemente dall’associazione di categoria per rispondere alle richieste di personale.
Tra le altre strategie in discussione all’interno del CdA dell’Agenzia anche la possibilità di avviare corsi a pagamento: «È una scelta difficile perchè stiamo parlando di obbligo formativo.- commenta ancora il presidente – ma ci troviamo davanti all’alternativa di mandare via i ragazzi o di dar loro una chance qualificata a prezzi politici. Un’opportrunità che non mi sento di scartare a priori».
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