Truffa e bancarotta, decine di denunce, cinque arresti
La Finanza sgomina un’associazione a delinquere responsabile di aver “svuotato” società e gonfiato fatture per milioni di euro. Vittime dei raggiri anche alcune banche
Agivano come veri e propri parassiti di aziende. Dopo aver individuato le vittime – aziende commerciali per la maggiore – , prima le rilevavano per poi svuotarle dei patrimoni con l’obiettivo di tenerle in vita quanto bastava per gonfiare fatture e ricevere fidi e merci dai fornitori. Poi, una volta intascato il maltolto, le facevano fallire, per “succhiare” la linfa vitale di altre società. A subire la truffa, fornitori – grossisti di abbigliamento e filati – e banche. E’ questo il sistema svelato dalla Guardia di Finanza di Gallarate; un’attività investigativa durata mesi, che ha fatto scattare denunce a carico di 24 persone, oltre a sette misure cautelari sfociate in 5 arresti su ordine del Gip Maria Teresa Zoncu del tribunale di Busto Arsizio. I reati contestati alla banda sono quelli di truffa e bancarotta fraudolenta.
In pratica l’organizzazione aveva messo in atto un sofisticato sistema che permetteva ai componenti di non essere identificati agendo sotto false identità e di operare nelle imprese “destinate” al fallimento per un breve periodo – circa sei mesi – durante il quale, grazie a false operazioni commerciali, moltiplicavano il volume degli affari dell’azienda per beneficiare di numerosi conti correnti e fidi bancari che provvedevano a prosciugare con pagamenti di fatture emesse da società di comodo e inesistenti.
Le indagini hanno così dato vita all’operazione “St George”: 24 sono le persone denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, addebitando al gruppo la responsabilità del fallimento di tre società. Inoltre gli accertamenti svolti dai militari hanno portato ad individuare una distrazione di merci a danno delle aziende fornitrici di beni per 5 milioni e mezzo di euro ed un danno ad istituti di credito per quasi due milioni di euro.
Al termine delle indagini sono stati eseguiti sette provvedimenti restrittivi della libertà personale: quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, una di arresti domiciliari e due misure di obbligo di presentazione giornaliera. Sono stati inoltre sottoposti a sequestro otto conti correnti bancari con movimentazioni superiori a 3 milioni e mezzo di euro.
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