Truffa e bancarotta fraudolenta, 5 in manette

La banda "vampirizzava" le imprese, le svuotava e spediva la merce non pagata in Moldova. Il danno economico è stato calcolato in circa 400 mila euro

Costituivano società intestate a prestanome con il solo intento di farle fallire. La Guardia di Finanza di Gallarate ha spiccato cinque ordini di custodia cautelare in carcere, sgominando una banda dedita alla truffa e alla bancarotta fraudolenta. Le indagini, coordinate dal pm del Tribunale di Varese Tiziano Masini, sono cominciate anni fa. La banda agiva infatti nelle province di Milano e Varese: attraverso le società fittizie create dal nulla, l’associazione criminosa “vampirizzava” le imprese vittime, per poi farle fallire. L’iter criminoso era chiaro: prima si guadagnavano la fiducia dei fornitori, dimostrando grande conoscenza del settore di mercato al quale erano interessati. Poi presentavano credenziali bancarie tali da ottenere crediti per fare i primi acquisti, con abili mosse finanziarie. Successivamente acquistavano la merce con pagamenti dilazionati (effetti o ricevute bancarie), che non venivano pagati una volta consegnato il materiale. Seguiva poi il sistematico svuotamento occulto del patrimonio societario, principalmente attraverso la spedizione della merce acquistata e non pagata in Moldova. La banda criminale, subito dopo, spariva, favorita dal fatto che alla presentazione, i cinque presentavano nomi di fantasia. Il gip di Varese, Giuseppe Trombino, ha emesso le ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite in diversi comuni della provincia di Varese. Il danno economico, dai primi rilevamenti degli uomini delle Fiamme Gialle, ammonta a quasi 400 mila euro, cifra destinata a salire nello sviluppo degli accertamenti penali e fiscali.  

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Pubblicato il 03 Marzo 2006
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