Vicenda CdA Agesp, i “sospesi” presentano un esposto in Procura

I sette consiglieri sospesi di Agesp SpA reclamano: "Non abbiamo avuto conferme ufficiali della nostra sospensione, ergo siamo ancora in carica"

 

Stare fra "color che sono sospesi" non è divertente. Ne sanno qualcosa i sette consiglieri d’amministrazione di Agesp SpA nominati all’ultimissimo momento da Luigi Rosa, e recentemente sospesi dalla carica a seguito di dubbi sulla liceità dell’atto del sindaco uscente, compiuto quando quasi tutti i consiglieri comunali avevano già firmato le proprie dimissioni in massa. Attualmente le funzioni dei sette consiglieri sospesi sono ricoperte dai rappresentanti del Comune di Busto Arsizio nel CdA di Agesp Holding, la "casa madre" del Gruppo Agesp, in attesa che si chiarisca la situazione.

Tuttavia i sette consiglieri sospesi non ci stanno, e rilanciano con un esposto in Procura. "Il nostro timore è di essere ancora considerati tecnicamente in carica, e pertanto di essere legalmente responsabili, dal punto di vista penale e civile, di decisioni che non saremo noi a prendere" spiega Alessandro Marelli.
Infatti, come scritto nell’esposto, Marelli e gli altri consiglieri (Dante
Pozzi, Alberto Brusa, Mario
Cislaghi, Luca Durante, Carlo Fontana, Maria Rita
Raimondi
) dichiarano di non aver mai ricevuto conferma dell’avvenuta sospensione dall’incarico e dell’annullamento del CdA nominato da Rosa, se non dai giornali; anche il presidente del collegio sindacale di Agesp SpA, Ermanno Anzini, non ne avrebbe ricevuto notifica. Pertanto i consiglieri si considerano ancora in carica, e non volendo essere considerati responsabili di atti compiuti da altri, sottopongono la questione al magistrato. Ma c’è di più: allegando al documento le comunicazioni ricevute nell’ultimo mese, i consiglieri ricordano al diffida ricevuta dal segretario comunale Agostino Pascale, che intimava di non prendere decisioni in sede di CdA essendo la loro posizione sub iudice. Tali comunicazioni e l’annullamento del CdA, non comunicato ufficialmente agli interessi, secondo i consiglieri sospesi potrebbero configurare anche il reato di abuso di potere. Inoltre, come sottolinea Cislaghi, non pare opportuno che Agesp sollecitasse a Rosa la riconferma del CdA uscente tale e quale: "Da quando in qua il sindaco deve prendere ordini dall’azienda?"

Insomma, un grosso pasticcio, come era prevedibile fin dal 31 gennaio scorso, quando un Rosa seduto su una poltrona ormai virtuale, mentre il Consiglio comunale faceva harakiri pur di liberarsi di lui, nominò un CdA di suo gradimento senza consultare i partiti con cui guerreggiava ormai da mesi. Al giudice valutare la liceità dell’operato dell’ex sindaco, e di conseguenza sciogliere i dubbi sulla posizione dei consiglieri sospesi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Marzo 2006
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