Fabio Castano, sociale e ambiente visti da destra

Il candidato appoggiato da "Italia Sociale" e "Lega Padana Lombardia" presenta il programma per le prossime elezioni amministrative

Fabio Castano fa rima con destra sociale. Nato a Gallarate nel 1960, funzionario di Enac a Malpensa, sposato e padre di un figlio che ha abbracciato la “ causa”, candidandosi nella lista civica  del padre, “Italia Sociale”, per le elezioni del 28 e 29 maggio prossimi. Ha preso la prima tessera politica nel 1975, con il Fronte della Gioventù. Da allora non ha mai smesso di fare politica a tutti i livelli, prima nell’Msi, di cui è stato segretario cittadino e membro della direzione nazionale, poi con An, abbandonata non senza polemiche lo scorso anno. Ora è coordinatore provinciale di Forza Nuova e alle ultime elezioni politiche si è presentato con Alternativa Sociale, in corsa per un seggio alla Camera dei Deputati. A Gallarate non è certo un volto nuovo: nel 1990 consigliere di circoscrizione dell’Msi, nel 1997 la prima esperienza in consiglio comunale, nel 1998 la carica di vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici nella giunta Greco, dal 2001 consigliere comunale prima con An e poi nel gruppo misto.

Castano, la politica è il suo unico impegno o ama “svagarsi” in altro modo?

La politica è una passione vera. All’inizio fu una scelta emozionale, poi ho approfondito e mi sono documentato, scegliendo decisamente un campo piuttosto che l’altro. Per il resto amo giocare a bocce, sport non solo per anziani come molti credono. Inoltre sono impegnato sul piano culturale con le esperienze di Excalibur e la Comunità Giovanile.

Qual’è il suo giudizio sul governo di questi ultimi cinque anni?

Non ho cattivi rapporti col Polo, ho condiviso le premesse che hanno portato alla vittoria di 5 anni fa. Col passare del tempo non mi sono trovato d’accordo su alcuni punti e l’ho rimarcato senza problemi: non mi è piaciuta la riforma costituzionale e non posso condividere nulla con chi non si occupa del sociale e solleva problemi per puro interesse. Con la Lega Nord, in sintesi, non mi siederò più a nessun tavolo. La giunta Mucci ha fatto tanto, ma di quel tanto, parecchio era già stato pianificato dall’amministrazione Greco, nella quale la Lega non c’era e votava contro tutte le proposte che poi ha sposato. Non c’è coerenza, si dicono partito locale e poi scendono a compromessi in un gioco di poltrone che con la politica a pochissimo a che fare. Se devo fare una critica all’amministrazione uscente, è quella di aver esternalizzato troppi servizi, perdendo il controllo in ambiti importanti, come la casa di riposo. Inoltre si è fatto poco per il sociale, tralasciato per una visione troppo privatistica delle cose. Infine, le scelte in campo commerciale hanno lasciato troppa mano libera alla grande distribuzione: ci vogliono più paletti e più intervento diretto del Comune.

Malpensa: risorsa o problema?

Se gestita bene può essere una risorsa, ma serve una svolta. Oggi c’è un’invasione di politicanti che piazzano dirigenti “amici” in caccia di poltrone, senza interesse per i cittadini. A Malpensa c’è un’evidente violazione del piano regolatore, il lavoro interinale non può più essere tollerato nei termini nei quali viene sviluppato, Sea non può fare i propri comodi, i Comuni dovrebbero intervenire direttamente entrando nell’azionariato, superando le dinamiche del Cuv, che ha fallito la sua missione. Il rapporto con i cittadini devono essere il nodo prioritario, Gallarate deve dialogare con Busto Arsizio e con i comuni piemontesi: se si rimane sordi, a breve ci troveremo gli aerei sopra la testa senza accorgerci.

Cosa c’è da fare per Gallarate?

Ambiente e sociale sono al primo posto dei nostri obiettivi. Casa e lavoro da diritti di tutti sono diventate emergenze. Penso al un mutuo sociale, una forma nuova che svincola dalla dipendenza dalle rate del mutuo. Gli interventi sono pronti da tempo, ma non è mai stata data esecuzione. Sono necessarie convenzioni con i piccoli proprietari, con il Comune che deve tornare ad essere attore principale, per ottenere affitti agevolati per chi è appena al di sopra della soglia di povertà. Per gli immobili sfitti o le seconde case degradate, ritengo necessario ripensare al pagamento dell’Ici in misura adeguata: i lussi si devono pagare. Per quanto riguarda il lavoro, il Comune deve intervenire facendo sistema con i comuni vicini, istituendo un ufficio che argini le crisi economiche delle aziende e pensi al ricollocamento dei lavoratori lasciati a casa.

Resta sul piatto l’annosa questione della moschea…

Il problema è a monte, di chi ha voluto la Bossi-Fini e ringrazia con cartelli e volantini Lega e An per averla fatta. Bisogna anche in questo caso coinvolgere le amministrazioni vicine, trovando spazi adeguati e non lasciando che sia solo Gallarate a farsi carico di tutto. Dal punto di vista tecnico, il Comune ha tenuto un comportamento ineccepibile: forse non bisognava far parlare tutti quando ne avevano volgia, la maggioranza doveva essere più coesa.

Un suo cavallo di battaglia in questi mesi è stato l’Ospedale di Gallarate…

Certo. Intanto mi preme dire che il nuovo ospedale non si farà mai: sono pronto a scommettere, ma non trovo controparti altrettanto sicure di sé. A Gallarate c’è una gestione “particolare”, non c’è equilibrio tra profitto e servizio ai cittadini. Sono stato l’unico in consiglio comunale a sollevare il problema dei numeri a pagamento per le prenotazioni, ho proposto una commissione ad hoc, ma la questione evidentemente è meno importante dell’hangar di Melensa.

La lista di “Italia Sociale” è una novità assoluta: come è composta?

È una lista civica, con elementi che provengono dalla Fiamma Tricolore, da Alternativa Sociale e da Forza Nuova. Tanti sono indipendenti, il 35 per cento è rappresentato dalle donne, i giovani sono ben rappresentati. I capilista sono Eustacchio e Murdolo, poi c’è la signora Meggiorin, inserita per non far cadere l’attenzione sulla questione immigrazione, che è un costo sociale e umano per la cittadinanza. È una lista valida, ci sono elementi di assoluto valore, come Zappone, Sicuro, De Rubeis, Criseo, Mosca e Ruggiero solo per citarne alcuni. Per me la politica non è solo un fatto elettorale, ma si vive nel quotidiano, per sollevare e risolvere problemi e questioni. Puntiamo a confermare e migliorare la nostra quota di voti, per arrivare a fare un’opposizione seria e concreta, stimolo per la maggioranza. Con l’obiettivo puntato al sociale.

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Pubblicato il 16 Maggio 2006
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