Acque di balneazione: l’Italia “sorvegliata speciale”
La qualità delle acque è buona, ma alcuni Stati sono nel mirino della Commissione
Il nostro paese figura
"Ci sono paesi che tolgono dagli elenchi i luoghi che non rispondono agli standard europei per mascherare l’inquinamento e migliorare così artificialmente il loro tasso di conformità"
Dalla capitale europea è quindi già partita una lettera di diffida e se i paesi interessati non forniranno indicazioni dettagliate, verrà avviata una procedura d’infrazione ed il caso verrà deferito alla Corte di Giustizia delle Comunità europee.
L’Italia
non è comunque l’unica ad aver agito in questo modo per aggirare la normativa comunitaria; si trova, infatti, in buona compagnia, dal momento che ben altri dieci paesi sono nella stessa situazione. A ben guardare alcuni Stati membri hanno fatto anche peggio: la Germania ha tolto dagli elenchi il 41,6% dei luoghi di balneazione interni ed il 45,8% di quelli costieri, e la Spagna per fiumi e laghi è arrivata a togliere, a più riprese, il 69,2% dei siti., ha spiegato Dimas, preannunciando che la Commissione europea seguirà, nei confronti di questi paesi, la "linea dura". però fra i "sorvegliati speciali" per avere soppresso, a più riprese, zone di balneazione dagli elenchi ufficiali, evitando così di dover applicare per quelle aree la direttiva comunitaria. L’Italia, che nel 2005 ha presentato una situazione di 4.919 spiagge e 766 zone interne di balneazione, a partire dal 1990 ha tolto dagli elenchi il 18% delle zone di mare ed il 23,2%di laghi e fiumi.Lo stato di salute del mare è buono, quello di fiumi e laghi un po’ meno. Questo quanto emerge dal rapporto europeo sulle acque di balneazione relativo al 2005, presentato la settimana scorsa dal commissario all’ambiente Stavros Dimas.La maggioranza dei siti monitorati hanno dato risultati soddisfacenti; gli standard comunitari sono, infatti, rispettati nel 96,1% dei casi sulle coste dell’UE e nell’85,6% per le acque interne di fiumi e laghi. Per quanto riguarda l’Italia, le percentuali, in calo rispetto all’anno precedente, si attestano al 93,8%, per i mari e al 64,8% per le acque interne.
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