Anche a Busto il comitato per la riforma del sistema radiotelevisivo

Contro il duopolio Rai-Mediaset e il condizionamento poltico del servizio pubblico si raccolgono firme: a capod el comitato uno studente del Liceo Scientifico, Massimo Brugnone

 

Anche a Busto Arsizio è nato un comitato per promuovere la proposta di legge popolare di riforma del sistema
radiotelevisivo
 , che in tutta Italia sta raccogliendo
firme per attuare una riforma in profondità della televisione italiana.
A Busto il
promotore del comitato si chiama Massimo Brugnone, è uno studente del Liceo Scientifico ed
insieme ad altri amici avvierà la raccolta delle firme il giorno 6 luglio
2006
, dalle ore 18 alle 23, in via Milano (davanti all’UPIM). "Massimo è un ragazzo come
tanti della nostra città, ma ha deciso di mettersi al servizio di tutti per
offrire la possibilità di cambiare un elemento che ormai fa parte della nostra
cultura" scrive il comitato.

L’anomalia della televisione italiana, strangolata dal duopolio Rai-Mediaset, si protrae ormai da
un quarto di secolo, con pesanti effetti politici, economici e sociali.
La legge mira a sanare i due maggiori problemi aperti nel campo dei mezzi di comunicazione audiovisivi: da
una parte, il duopolio, che impedisce l’emergere di nuovi attori e
limita il pluralismo; dall’altra, il controllo politico e partitico esercitato sul servizio
pubblico
radiotelevisivo, che non ha pari nel mondo democratico ed è emerso in modo davvero umiliante nelle recenti inchieste di magistratura (pur non avendo di per sè rilevanza penale). La legge mira dunque a dare maggiore libertà e spazi di reale competizione al sistema radiotelevisivo nazionale.
 

La proposta di legge per la riforma del sistema radiotelevisivo si basa sul
sistema tedesco, che garantisce l’assoluta indipendenza editoriale dei canali pubblici. Essa prevede che
nessun operatore televisivo privato possa raggiungere
più del 30% dell’audience nazionale, e che
nessun operatore televisivo (incluso quello pubblico) possa raccogliere più del
30% delle risorse del settore televisivo (canone e pubblicità) – in pratica una vera e propria legge antitrust, anche se formulata in termini non particolarmente severi.

 

 

A livello nazionale, il comitato che sostiene la proposta di legge popolare ha ricevuto il sostegno esplicito di numerose figure pubbliche: si riporta sotto un elenco (non certo esaustivo) di sottoscrittori.

Francesco Altan, Claudio
Amendola, Corrado Augias, Luca Barbarossa, Paolo Beni (Arci),
Enzo Biagi, Anna Bonaiuto,
Luciano Canfora, Caparezza, Enrico Capuano, Sergio Castellitto, Antonio
Catania, Ascanio Celestini, Giulietto Chiesa, Don Luigi Ciotti, Claudio
Coccoluto, Furio Colombo, Antonio Cornacchione, Paola Cortellesi, Lella Costa,
Lucio Dalla, Serena Dandini, Enrico Deaglio, Tana de Zulueta, Elio e le Storie
Tese, Giorgio Faletti, Paolo Flores D’Arcais, Dario Fo, Claudio Fracassi,
Massimiliano Fuksas, Max Gazzè, Claudia Gerini, Enrico Ghezzi, Massimo Ghini,
Paul Ginsborg, Valeria Golino, Peter Gomez, Beppe Grillo, Caterina, Corrado e
Sabina Guzzanti, Alessandro Haber, Margherita Hack, Paolo Hendel, Lillo e Greg,
Roberto Herlitzka, Enzo Iannacci, Sabrina Impacciatore, Pier Francesco Loche,
Daniele Luttazzi, Libero Mancuso, Fiorella Mannoia, Maurizio Mannoni, Dacia
Maraini, Neri Marcorè, Valerio Mastandrea, Loris Mazzetti, Roberto Natale,
Francesca Neri, Moni Ovadia, Fernan Ozpetek, Roy Paci, Rocco Papaleo, Gillo
Pontecorvo, Rosalia Porcaro, Franca Rame, Lidia Ravera, Francesca Reggiani,
David Riondino, Paolo Rossi, Stefania Sandrelli, Claudio Santamaria, Renato
Sarti, Ettore Scola, Michele Serra, Paolo Serventi Longhi, Bebo Storti, Sud
Sound System, Antonio Tabucchi, Paola Turci, Vauro, Antonello Venditti, Carlo
Verdone, Dario Vergassola, Giovanni Veronesi, Federico Zampaglione
(Tiromancino), Alex Zanotelli…e tanti altri.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2006
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