Caro Giuseppe discutiamone!

Non è la prima volta che quando si discute dell'unità del centro sinistra tu poni le questioni "alte" che hai posto ieri sera. Io ci penso da tempo e ti spiego....

L’Assessore di Samarate Emilio Pacioretti scrive a Giuseppe Adamoli e apre una discussione sul "Partito Democratico" 
Caro Giuseppe discutiamone !
Non è la prima volta che quando si discute dell’unità del centro sinistra tu poni le questioni "alte" che hai posto ieri sera: il problema dell’identità, dei valori, etc.
Facendoci sentire, immagino involontariamente, come coloro che non ci pensano o che trascurano un problema fondamentale.
Al contrario, io ci penso spesso, ho fatto le scuole medie dai gesuiti e già a quattordici anni ci abituavano a pensarci. Semplicemente evito di porle in situazioni dove non c’è lo spazio necessario per argomentarle ed approfondirle in una libera dialettica creativa tra le parti.
Quando avevo vent’anni all’Aloisianum di Gallarte, i padri Pirola, Ponsetto e Nardone avevano creato una comunità di ricerca su "Etica e politica" dove una volta all’anno i membri, non più di 50 persone, si chiudevano in un convegno ristretto di tre giorni, per fare il punto delle loro ricerche e si confrontavano con discussant del calibro di Habermas, Norberto Bobbio, Lhumann, Balibar, Eco, Fornari, Sylos Labini, Siro Lombardini, Piero Bassetti, Salvatore Veca, Musatti, etc. Eventi per me indimenticabili. Tra noi giovani un giovanissimo e allora promettente Raimondo Fassa. Io inoltre avevo il compito di divulgare questi dottissimi argomenti sulla Prealpina. Per divulgarli dovevo capirli a fondo e questi spesso per fare prima saltavano i traduttori e si parlavano in tedesco…per fortuna padre Pirola da vero maestro ci faceva poi la sintesi. ( Credo oggi insegni al seminario di Padova…potremmo invitarlo una volta).
 
Per venire a noi, tu ieri sera come problema di identità hai sollevato il tema della bioetica, delle staminali e finanche della morte! Domande profondissime ma la risposta spesso è semplicemente un altro modo di porsi la domanda. Facciamo un esempio. L’aborto. E’ un omicidio oppure no ? E l’etica che cos’è ? Un insieme di principi generali sui quali liberamente concordare, per fondare la nostra convivenza, o l’esplicazione terrena di una legge universale le cui radici sono fuori e prima di noi?
 
Un esempio di morale "storica" e della sua evoluzione.
Ci fu un tempo non solo preistorico, in cui le comunità di cacciatori-raccoglitori e di primi agricoltori, sopprimevano i figli appena nati dal terzo in poi, per evitare che i ritmi di crescita della comunità fossero più rapidi di quelli della comunità stessa, e venissero depauperate più risorse di quelle disponibili.
Allora l’immorale era colui che non seguiva questa legge, compromettendo con il suo egoismo personale e familiare la sopravvivenza di una comunità più grande e quindi venendo meno, pensa il paradosso, ad un principio di solidarietà verso il prossimo.
Lo sviluppo della conoscenza, dell’economia, della tecnologia, nei secoli successivi, fortunatamente ci ha tolto dall’imbarazzo di questa drammatica scelta ed oggi le nascite, in modo naturale o chimico, nel mondo sviluppato le possiamo facilmente controllare.
 
Un esempio di morale "metastorica"
Con Gesù Cristo la ragione del rispetto della vita viene posta fuori dalla storia. Il comandamento "Non Uccidere" e il potere sulla vita nostra e dei nostri simili, non ci appartiene perchè in quanto figli di Dio, è un dono di Dio  e dei fratelli non possono uccidere dei propri simili, addirittura "consanguinei".
 
Ma quando nella UE si decide che solo chi rifiuta la pena di morte può farne parte, lo si fa in virtù di una morale "storica" o "metastorica" ?
 
Ci serve rispondere ? E’ soprattutto esiste una risposta univoca ? Esistono più risposte, ben venga che siano più di una e che possano convivere tra di loro e questo che chiamiamo pluralismo e tolleranza sono due valori forti che non è stato semplice consolidare.
 
Cercassimo di ridurlre la domanda ad una sola risposta, cadremmo o nel realtivismo così temuto da questo Papa (in realtà il relativismo è un’intelligentissima soluzione storica e. teorica, con molte possibilità di essere vicina al vero-vedi teorie della complesità-) o nell’integralismo e nella teocrazia che oggi devasta parte del mondo islamico.
 
In verità la soluzione ci sarebbe, dovremmo "semplicemente" dimostrare l’esistenza o l’inesistenza di Dio.
Non c’è mai riuscito nessuno e la risposta tautologica della fede è una bella consolazione, l’utilitarismo di Cartesio una efficace trovata, di un pragmatismo anglossassone ante litteram.
 
Comunque personalmente credo che su questi problemi Togliatti e De Gasperi, almeno tra di loro, li avessero già affrontati e in parte risolti, altrimenti non saremmo usciti dal secondo dopoguerra con la soluzione di uno stato democratico e pluralista.
 
Caro Giseppe a volte nella tua tensione etica, nella ricerca di un partito a forte identità mi richiami una concezione gramsciana del partito che tanto piaceva a una certa sinistra, ma che secondo me, almeno in parte altro non era che un leninismo all’italiana.
 
Un’ultima cosa, prima di chiudere questo mio delirio mattutino causato da una levataccia per prendere il treno per Bologna.
 
Non parliamo solo di staminali perchè ci sono di mezzo gli embrioni. Per esempio non dimentichiamo per quanto riguarda le scelte etiche di affrontare il problema delle nanotecnologie, ben più "esplosive". Consentendoci di agire a livello subatomico, ci consentono di ricreare letteralmente la materia: il vero potero di Dio.
 
Come vedi cose da discutere non mancano e non tutte quelle di moda sono necessariamente le più importanti. Ma le ultime sono così nuove che per affrontarle abbiamo bisogno prima di tutto di un metodo e non di una tesi. E in questo Sarfatti secondo me ha ragione. Infine se volessimo continuare in questo confronto, da Stefano Tosi, quale ingegnere elettronico mi aspetto un contributo sulle nanotecnologie.
 
Giovannelli potrebbe aprire un forum selezionato
 
Alla prossima

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Pubblicato il 29 Giugno 2006
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