Cinesi e forti in matematica. Ecco i nuovi studenti
All’Ipsia di Varese il 9 per cento degli studenti sono stranieri. La maggior parte vengono dall’Europa dell’est.Gli asiatici veri fenomeni nelle materie scientifiche
«Per noi l’integrazione dei giovani immigrati è una sfida quotidiana». Angelo Rossi, vice preside dell’Ipsia (Istituto professionale di Stato per l’industria e l’artigianato) di Varese, è orgoglioso dei risultati raggiunti con i suoi studenti stranieri. L’istituto di via Zucchi, infatti, è una delle scuole con il più alto tasso di immigrati: l’8,6 per cento di tutta la popolazione scolastica, 69 studenti su 837 frequentanti. Una percentuale alta, considerato che il ministero stabilisce che il limite di difficoltà delle scuole, in relazione alla presenza di studenti stranieri, è dell’8 per cento.
La maggior parte provengono dall’Europa dell’Est, soprattutto da Romania, Albania, ma anche dai Paesi dell’ex Jugoslavia. La vera novità, però, sono i cinesi, che fino a qualche anno fa non comparivano nelle statistiche della popolazione scolastica: «I cinesi hanno un terribile problema iniziale con la lingua, ma colpisce la loro straordinaria abilità nelle materie scientifiche. Appena vedono una formula matematica o chimica alla lavagna non fanno la minima fatica a recepirla. Il linguaggio universale della scienza direi che è il loro tratto distintivo. In genere sono seri, puntuali, precisi insomma degli ottimi esempi».
Ad aiutare i professori nell’attività di traduzione e integrazione degli studenti stranieri spesso intervengono gli operatori del Ctp Eda (Educazione degli adulti), che hanno la sede proprio all’Ipsia: «Il problema dell’inserimento viene affrontato dalla commissione intercultura e grazie alla presenza dell’Eda possiamo fare un’opera di alfabetizzazione con i corsi di italiano per stranieri, in questo modo i nostri ragazzi sono messi in condizione di seguire le lezioni. I ragazzi imparano la lingua in fretta e spesso sono loro a fare da collegamento con le famiglie. Quando abbiamo dei problemi di comunicazione con i nuovi arrivato, perché non si conosce la lingua di origine, sono i compagni di scuola provenienti dallo stesso Paese e già inseriti a fare da interpreti».
Non sono però tutte rose e fiori all’Ipsia di Varese. A volte scoppiano tensioni tra studenti di diversa nazionalità, oppure si stabiliscono alleanze pericolose: «In media si tratta di storie positive e i professori fanno un ottimo e duro lavoro per creare un clima di convivenza civile e serenità. Capita che ci siano delle tensioni, soprattutto quando si formano i gruppi. È un modo per affrontare il disagio dell’inserimento, soprattutto se consideriamo che viviamo in un clima sociale che non facilita e mette sulle difensiva gli stranieri. La soddisfazione più grande è quando vedi questi ragazzi che affrontano gli esami di maturità in modo brillante e con profitto. Il mio più bel ricordo è legato ad uno studente ivoriano».
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