Commissione “Attività produttive”: approvate modifiche a legge regionale sulla caccia

Via libera ad alcune modifiche alla legge regionale n°26 del 1993 che disciplina l’attività venatoria

La Commissione regionale “Attività produttive” ha dato via libera oggi ad alcune modifiche alla legge regionale n°26 del 1993 che disciplina l’attività venatoria, con l’obiettivo di fare chiarezza su alcune dubbie interpretazioni normative in essa contenute e sollevate da casi giuridici generati da ricorsi di associazioni ambientaliste. Il provvedimento è stato approvato con il voto favorevole di Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale, Democratici di Sinistra e Margherita, e con il voto contrario dei soli Osvaldo Squassina (Rif.Com.), Marcello Saponaro (Verdi) e Silvia Ferretto Clementi (Gruppo Misto).

In particolare è stato modificato il comma 3 dell’art.13, con la soppressione delle parole “utile alla fauna selvatica”: in questo modo la legge indica l’intero territorio agro-silvo-pastorale nella sua concezione generale, non essendo possibile a fini normativi stabilire quale di questo possa essere “più o meno utile alla fauna selvatica” (ad esempio, rientrano in questa tipologia territoriale anche aree limitrofe ad abitazioni e strade, che il giudice nella precedente formulazione dell’articolo avrebbe potuto però interpretare come non utili alla fauna selvatica). Detto territorio resta destinato, per una quota dal dieci al venti per cento in zona Alpi e per una quota dal venti al trenta per cento nel restante territorio, a protezione della fauna selvatica, e in dette quote restano compresi i territori ove è comunque vietata l’attività venatoria anche per effetto di altre leggi o disposizioni.

Un’ ulteriore modifica al comma 4 dello stesso articolo indica la necessità di “prevedere interventi atti ad agevolare la sosta e la riproduzione della fauna” solo nelle aree protette (nella precedente formulazione, tali interventi potevano essere intesi come necessari anche in aree limitrofe a strade e abitazioni).

Da ultimo nell’articolo 14 della legge regionale 26 si stabilisce che i piani faunistici provinciali avranno validità permanente (e non più quinquennale) e potranno così essere modificati dalla Provincia stessa a seconda delle necessità che si dovessero di volta in volta manifestare.

“Con questo provvedimento –commenta il relatore Pietro Macconi (AN)- riportiamo finalmente chiarezza e omogeneità impedendo discriminazioni giuridiche nei confronti dei cacciatori lombardi, troppo spesso penalizzati rispetto alle altre regioni italiane da una normativa preesistente che lasciava spazio e si prestava a interpretazioni restrittive”.
“Sono soddisfatto – gli fa eco il presidente della Commissione Calo Saffioti (FI) – che sui temi della caccia si sta registrando ultimamente una adesione e una sensibilità che vanno al di là degli schieramenti politici, garantendo i sacrosanti diritti dei cacciatori contro le lobby dell’integralismo e del fondamentalismo ambientalista. Questo progetto di legge – conclude Saffioti – una volta approvato dal Consiglio regionale, permetterà alla Provincia di Bergamo di porre rimedio ad alcune decisioni penalizzanti che è stata costretta a prendere modificando il Piano Faunistico, a seguito della nota sentenza del Consiglio di Stato”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Giugno 2006
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