Cosa vogliono le donne? Lo svela la Camera di commercio
L'ente milanese ha stilato la classifica dei bisogni più avvertiti dall'universo femminile
Cosa vogliono le donne? Non serve essere dotati dei poteri di Mel Gibson (nella foto in una scenda del suo celebre film) per scoprirlo: lo svela, almeno per quanto riguarda la quotidianità, la Camera di commercio di Milano. L’ente milanese ha stilato la classifica dei servizi che, secondo la popolazione femminile, renderebbero migliore la vita cittadina.
In testa alla top ten c’è la richiesta di mezzi pubblici migliori, tempi di attesa più brevi nelle visite mediche, più vigili di quartiere, maggiori controlli sui prezzi e interventi contro la criminalità. Tra le esigenze delle donne intervistate c’è inoltre la richiesta di aiuti domiciliari per l’assistenza degli anziani, più rigore nell’assegnazione degli alloggi popolari e lotta all’abusivismo. E poi? Edifici più moderni e sicuri e più zone verdi.
La ricerca dell’ente camerale prosegue con l’analisi della realtà economica italiana dove, negli ultimi due anni, le donne imprenditrici sono aumentate del 4 per cento. Il loro milione di imprese costituisce il 24 per cento di quelle nazionali e dà lavoro a ottocentomila uomini. Capofila delle regioni in rosa è la Lombardia dove risiede il 13 per cento delle imprese femminili, seguita dalla Campania (11 per cento) e da Piemonte, Veneto, Lazio e Sicilia (8 per cento). Un tocco femminile che porta buoni risultati: tra il 2004 e il 2005 le aziende in rosa con oltre dieci milioni di fatturato sono cresciute del 64 per cento per un totale di quasi quattrocento imprese milionarie in più in dodici mesi. In termini assoluti sul podio c’è ancora la Lombardia dove queste aziende (286 su un totale di 162 mila) sono cresciute di oltre 120 unità rispetto al 2004.
«Le donne – ha commentato Gianna Martinengo presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Milano – sono sempre più protagoniste del sistema delle imprese, intraprendenti e forti del proprio desiderio di autonomia. Il mercato grazie alle proprie regole imparziali diviene così un importante elemento per la partecipazione femminile».
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