Dateci Fiducia, vi daremo Credito
A colloquio con Giorgio Merletti, Presidente dell’Associazione Artigiani della Provincia di Varese
Presidente, quale ruolo dovranno giocare, nel sistema economico italiano, i Confidi?
L’attuale esperienza sui Confidi ci dice che essi svolgono una attività di tipo mutualistico a favore delle imprese. La struttura dei Confidi è associativa e infatti il Servizio Credito/Finanziario è quello che più di ogni altro ha consentito all’Associazione Artigiani della Provincia di Varese di avvicinare gli imprenditori. Alla luce dei forti timori di razionamento del credito a sfavore delle micro, piccole e medie imprese creati da Basilea 2, della nuova disciplina sui Confidi e sul sistema della garanzia pubblica, delle trasformazioni del sistema bancario e finanziario e della regionalizzazione delle politiche di sostegno alle microimprese ci si chiede come poter superare certe criticità trasformandole in opportunità competitive.
La Regione Lombardia sta tentando un intervento diretto nel mercato della garanzia. Ciò che Confartigianato non vuole.
Ciò che Confartigianato vuole evitare, perché l’utilità di un Consorzio come quello dell’Associazione Artigiani è innegabile: utile nel garantire, alle imprese, il migliore accesso al credito (la qualità del credito erogato dal Consorzio si pone ad un livello di insolvenza molto più basso rispetto a quello del sistema bancario); utile nei confronti delle banche nel far pesare la propria garanzia e ottenere migliori condizioni di accesso al credito; utile come strumento di marketing associativo. Artigianfidi Varese ha compiuto un salto culturale passando da una "logica di tipo mutualistico" ad una "logica di mercato". Questo significa fare in modo che quei valori di mutualità, solidarietà, localismo nei quali la struttura di garanzia si riconosce si intreccino con le regole ed i meccanismi di una economia di mercato.
Quindi?
Quindi chiediamo alla Regione di giocare un ruolo in linea con il principio di sussidiarietà. D’altronde i numeri dell’Artigianfidi dell’Associazione Artigiani sostengono con determinazione le nostre ragioni: primo Consorzio a livello nazionale con circa 13.934mila soci, 170 milioni di euro di richieste per finanziamenti e leasing nel 2005, oltre 5mila pratiche evase, una patrimonio netto in continua crescita, un’efficienza nella distribuzione delle erogazioni raggiunta grazie alla concentrazione dell’operatività su alcuni fra i maggiori istituti di credito del gruppo BPU, gruppo BPM, San Paolo IMI, Banca Intesa, Banca di Legnano e Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate. La collaborazione con quest’ultima si è addirittura rivelata vincente grazie anche a “Credito Fiducia” – prodotto a tal punto innovativo da essere adottato come modello a livello nazionale – in grado di garantire un finanziamento di 100mila euro in 10 giorni lavorativi. A livello regionale, poi, abbiamo superato le 11mila richieste con 420milioni di euro erogati. Artigianfidi ha ottenuto un tale successo non solo perché ha saputo ripensare i propri “prodotti” ma ha anche trovato il modo in cui veicolarli in relazione alle nuove attività imprenditoriali. L’elemento sul quale si deve ragionare, però, non è tanto, anche se di innegabile importanza, l’attenuazione del costo del credito per le imprese ma, soprattutto, il fatto che gli imprenditori trovino nei Confidi un reale aiuto per accedere agevolmente al credito. E questo sistema, che è diretta espressione delle imprese, funziona. La Regione Lombardia non può sostituirsi a tale strumento.
Quali le proposte di Confartigianato?
Confartigianato chiede alla Regione la costituzione di un Fondo di Garanzia, di sostenere i Confidi e permettere loro di praticare una politica di prezzo, con contenimento dei costi, orientata all’impresa migliorando il livello di convidivisione del rischio e promuovendo sistemi di sostegno premianti l’impatto sociale, ambientale ed economico. Ovviamente i criteri di accesso al Fondo dovranno essere ben definiti – per evitare che ne possano beneficiare anche “certi” Confidi operanti in provincia di Varese ma non capitalizzati – così come si ritiene sia importante che la Regione non intervenga nel mercato ma sostenga i privati che vi operano riducendo il rischio di credito per i Consorzi Fidi, sostenendone la revisione dei modelli organizzativi (procedure, modalità, sistemi informativi…) compartecipando agli investimenti.
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