Il segreto per soddisfare i clienti? «Chiedere aiuto alle imprese concorrenti»

Tre piccoli imprenditori si raccontano nel corso del Matching Alto Milanese: il punto forte è «sviluppare il lavoro intorno a te»

Occasione e opportunità sono le parole chiave di una giornata di incontri avvenuta a Busto Arsizio, dove centinaia di piccoli imprenditori di tre provincie – Milano, Varese, Novara – si sono dati appuntamento a Malpensafiere. Ognuno con i suoi quattro o cinque appuntamenti, come cliente o come venditore, si aggira per il padiglione numero uno della struttura bustocca: quale occasione migliore per fare conoscenze e tessere rapporti di lavoro, e non solo, di un incontro fra 200 imprenditori di piccole-medie imprese di tre territori confinanti?
«È un’iniziativa cui non si può mancare – ci confermano tre imprenditori veterani del Matching Alto Milanese  in cui ci si può guardare in faccia e porre le basi per relazioni fondamentali per il nostro lavoro».

Dalla provincia di Milano, Stefano Vavassori partecipa per la seconda volta alla giornata organizzata per il terzo anno consecutivo da  Compagnia delle Opere, Cna (Confederazione dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e Confartigianato Varese. Con la sua azienda Dav Srl di Rho – che opera nel settore della carpenteria meccanica medio leggera – oggi ha raggiunto i settanta dipendenti e da dieci anni è associato alla Cdo.  «Come imprenditore oggi trovo molte difficoltà a star dietro ai cambiamenti che il mondo del lavoro vive in questa congiuntura. Si alternano momenti di calma piatta a momenti di frenesia in cui, a causa del troppo lavoro, si rischia di perdere clienti. Le aziende medio piccole da solo non sono in grado di andare avanti e l’unica soluzione è quella di collaborare, di costruire una rete di rapporti per sostenerci e affrontare la mole di lavoro». Vavassori, che lavora soprattutto in Lombardia, Francia e Germania, oggi ha in programma otto incontri, quattro per vendere e quattro per comprare. «Poco tempo fa un cliente francese mi ha chiesto un lavoro: in un primo momento ho pensato di rinunciare, poi, grazie al lavoro in rete con altre aziende, siamo riusciti a portare a termine la consegna. Qui abbiamo l’opportunità di creare più di un rapporto di lavoro: le aziende come la nostra che lavorano per conto terzi, hanno l’esigenza di creare una sorta di distretto industriale e questo è possibile attraverso la conoscenza diretta. Per noi imprenditori il punto forte di questa iniziativa è la possibilità di sviluppare il lavoro intorno a te».

«Ai piedi delle montagne, in Piemonte, si è cercato più volte di costruire distretti industriali: ma in questa zona gli imprenditori hanno ancora una mentalità chiusa. Qualcosa però si sta muovendo». È ottimista Mario Rinaldi: alla fine degli anni Settanta ha preso in mano , insieme alla sorella, le redini dell’azienda di famiglia, la R.M. Manfredi- Rubinetteria e Antincendi che i genitori avevano fondato nel 1960 a Orsanvenzo di Valduggia al confine fra Vercelli e Novara (www.rmmanfredi.com). Per lui – il cui giro d’affari si colloca al novanta per cento in Italia e il restante all’estero – è la seconda esperienza al Matching Alto Milanese. «Trovo che sia un’iniziativa interessante, soprattutto perché ti dà l’opportunità di conoscere persone che sono al di fuori del tuo normale “zoccolo duro” di fornitori e clienti. Oggi ho in programma sei incontri più uno che è nato proprio pochi minuti fa». Nonostante la consapevolezza che sul suo territorio manca ancora la giusta apertura mentale per innovare realmente alcuni aspetti del mondo del lavoro, Rinaldi è certo che «quello del distretto industriale è un discorso importante che non dobbiamo lasciar cadere: è un ‘opportunità di sviluppo che deve nascere. I segnali positivi ci sono e soprattutto oggi, dopo le crisi degli ultimi anni, le piccole e medie imprese italiane devono capire che creare sinergie è l’unico modo per crescere e offrire, non solo sul territorio nazionale, servizi unici e di qualità».

Per la Cooperativa Sociale Solidarietà e Lavoro (www.solidarietaelavoro.coop), partecipare al Matching non significa solo avere l’opportunità di acquisire nuovi clienti e quindi aumentare il proprio giro d’affari, ma soprattutto di creare le basi per aumentare il proprio numero di addetti e «poter abilitare al lavoro un maggio numero di soggetti svantaggiati – spiega il presidente della Cooperativa nata a Busto circa undici anni fa, Francesco Luoni -. Il nostro scopo è quello di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di persone “socialmente svantaggiate”, come disabili o ex-carcerati. Siamo nati facendo lavori di assemblaggio per conto terzi: oggi, in questo campo, abbiamo più di dieci clienti. Nel 2004 abbiamo partecipato alla prima di queste iniziative e grazie a un imprenditore conosciuto in quell’occasione abbiamo sviluppato un nuovo settore di lavori meccanici: oggi questa attività ha lo stesso peso di quella di assemblaggio e quel primo imprenditore è qui per presentarci un potenziale nuovo cliente. Grazie a questa rete di conoscenze, i nostri occupati sono aumentati quasi del cento per cento in  due anni: dai nove del 2004 ai 16 di fine 2005».  L’offerta che propongono alle aziende è quella di trasferire la loro attività produttiva – nel campo delle guarnizioni – alla Cooperativa in modo da avere più risorse umane da investire nella qualità interna delle restanti produzioni aziendali. «La rete si genera in questo modo: grazie ai risultati e alla soddisfazione reciproca. Oggi ho in programma quattro incontri, tre come cliente e uno come venditore».

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Pubblicato il 29 Giugno 2006
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