L’acqua non è un bene privatizzabile
Mario Agostinelli di Rifondazione Comunista spiega la battaglia che il centrosinistra sta conducendo contro la commercializzazione delle risorse idriche in Lombardia
«Bisogna sottrarla alle mire di affaristi e multinazionali» è l’opinione di Mario Agostinelli, capogruppo di Rifondazione Comunista al Consiglio comunale. «Di fronte alla grave crisi idrica di questo ultimo periodo, occorre fare riflessioni serie sulla gestione di una ricchezza che dà la vita e che era ritenuta inesauribile» sostiene.
C’è un problema culturale, da gestire cercando di infondere un maggiore senso di responsabilità nelle persone, ma c’è anche un problema politico, sia a livello globale che locale. «Proprio in questi giorni di penuria d’acqua – sostiene il consigliere di Venegono –stanno passando progetti sostenuti dalla regione, che vanno in direzione di una sempre maggiore privatizzazione e commercializzazione del servizio di gestione idrica».
Agostinelli punta il dito contro Linea Group, una nuova holding nata nel 2003 dalla fusione delle municipalizzate Aem Cremona, Astem Lodi, Cogeme bresciana e Asm Pavia. L’azienda, a cui le province di Cremona, Brescia, Lodi e Pavia affideranno il controllo e la gestione dell’acqua, è una realtà pubblica aperta alla partecipazione privata e orientata verso un progressivo sganciamento dai Comuni. Questa decisione è favorita dal testo unico ambientale approvato dal precedente governo di Centro destra che, dal 31 gennaio 2006 incoraggia il passaggio da pubblico a privato della gestione dei servizi idrici.
«Noi, insieme a tutta l’Unione, ci opponiamo a questo processo e chiediamo al governo la proroga di almeno un anno del termine fissato dal testo unico ambientale» sostiene Agostinelli. «Chiediamo inoltre agli enti locali di procedere all’ “hinn house”, cioè all’affidamento diretto del servizio idrico integrato a società totalmente pubbliche, strettamente dirette e controllate dai comuni» aggiunge.
Rifondazione Comunista chiede pertanto di modificare il progetto Linea Group con una ridefinizione dei patti parasociali che accompagnano la sua costituzione, in modo da garantire i patrimoni dei Comuni e le loro prerogative di indirizzo e controllo nelle società costituite.
«Stiamo portando avanti questa battaglia in tutte le sedi istituzionali interessate: comuni, province, A.T.O. e Regione – continua l’esponente di Rifondazione – e abbiamo ottenuto un primo importante risultato con la revoca della decisione dell’ATO Cremona di affidare la gestione dell’acqua a Linea Group».
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