La povertà è donna, immigrata, e cerca lavoro
Il II rapporto Caritas sulla povertà in Lombardia denuncia: gli immigrati i più bisognosi. Le donne più attive degli uomini nella ricerca di un lavoro: preoccupano fra gli italiani le dipendenze
Il secondo rapporto Caritas sulla povertà in Lombardia, riferito all’aprile-maggio 2005, parla chiaro: il bisogno di assistenza è cronico e persistente, e coinvolge non solo immigrati, ma anche non pochi italiani. In sintesi se ne ricavano due ritratti-tipo: una donna immigrata che cerca lavoro e un uomo italiano bisognoso di assistenza e beni di prima necessità, spesso a causa di dipendenze, malattie o problemi in famiglia.
Nei 18 centri d’ascolto diocesani sparsi per la regione sono stati raccolti i dati di ben 2148 persone; ne emerge un quadro poco rassicurante, che vede in maggioranza gli immigrati (76,8%) in testa alla triste classifica del bisogno. Fra di essi prevalgono le donne (58,9%), tra gli italiani sono viceversa in maggioranza gli uomini (61,1%). Accanto alla tradizionale corrente migratoria dal Marocco si aggiungono flussi crescenti dall’America Latina (Ecuador) e dall’Europa orientale (Ucraina, Romania). Fra questi immigrati, in gran parte giovani, ben un terzo risulta sprovvisto di documenti di soggiorno. Da notare che, in genere, il titolo di studio degli immigrati è spesso superiore rispetto a quello dei povveri italiani, in genere fermi alla licenza media.
La povertà è spesso sinonimo di solitudine, ma non più del 30% del campione Caritas vive da solo; il resto vive in famiglie spesso numerose. La correlazione con la mancanza di lavoro è più chiara, visto che il 71,3% del campione Caritas è disoccupato. Le puntuali tabelle stilate dagli addetti ai rilevamenti e all’ascolto delle persone che si rivolgono ai centri mostrano chiramente quali sono le principali problematiche. Per le donne, il problema numero uno è trovare un’occupazione che dia reddito e un minimo di certezze (62,2%); fra i maschi prevale di un’incollatura la miseria pura e semplice (56,6%). La disoccupazione e le problematiche di lavoro sono molto più avvertite fra gli immigrati (59,0%) che non fra gli italiani (44,1%). Impressionanti, per questi ultimi, i dati relativi a problemi familiari (23,3%) e dipendenze (21,5%), soprattutto alcool e droga ma anche il gioco sta facendo capolino. Anche il problema casa è molto sentito: lo denuncia il 32,3% del campione complessivo. Paradosso di una regione tutta cemento, ma che non ha dove sistemare tutti.
Fra le richieste, si nota in modod chiaro che gli uomini tendono a chiedere più esplicitamente assistenza e beni materiali di prima necessità(57%), mentre le donne chiedono aiuto per un impiego (con l’identica percentuale). È nelle condizioni più difficili, dunque, che emergono ancora una volta quelle doti di buonsenso e tenacia e la volontà di rimboccarsi le maniche tipiche del gentil sesso.
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