Piccoli comuni a rischio bancarotta? I sindaci evitano il catastrofismo

L'allarme lanciato dal coordinamento nazionale, dopo il rinnovo del contratto dei dipendenti. Cauti i primi cittadini: "Aspettiamo di sapere il peso degli esborsi"

«Per quattrocento comuni italiani sotto i 2000 abitanti il baratro della bancarotta è solo questione di giorni». L’allarme è lanciato senza mezzi termini dal Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni Italiani e fa riferimento al nuovo contratto dei dipendenti degli enti locali firmato il 9 maggio scorso. Secondo Virgilio Caivano, coordinatore dei piccoli comuni, questo accordo causerebbe un esborso improvviso e insostenibile per le casse di centinaia di municipalità. L’esempio portato è riferito a paesi con 2.000 abitanti e 20 dipendenti: secondo l’associazione la spesa supplementare si aggirerebbe intorno ai 60mila euro. Per questo motivo abbiamo sentito il parere di alcuni sindaci delle realtà più piccole della nostra provincia, quelli che potrebbero essere maggiormente colpiti da questo provvedimento.

«Il termine "bancarotta" mi sembra davvero eccessivo» dice Sergio Luini, primo dei 1.235 cittadini di Lozza. «Certo, ogni aumento delle spese pubbliche non ci rasserena, ma eravamo al corrente di questo fatto e stiamo lavorando per sistemare il bilancio. Gli stipendi dei dipendenti, a Lozza, sono un esborso che tocca direttamente le casse municipali, però prima di parlare di bancarotta aspetterei di capire esattamente quanto inciderà questa spesa».

L’allarme lanciato dal coordinamento non scuote più di tanto neppure Corrado Moro, sindaco di Dumenza. «Si sapeva che il contratto dei dipendenti degli enti locali era scaduto – spiega – e che con il rinnovo qualche spesa in più ci poteva essere. Per il nostro comune però siamo nell’ordine dei 6/7mila euro, un esborso che comunque avevamo in previsione. Tra l’altro spero che nel nostro caso sia lo Stato ad accollarselo, come già avviene per gli stipendi dei dipendenti».
«Personalmente non ho ancora ricevuto notizie certe dai miei uffici riguardo a questo argomento» commenta invece il sindaco di Castelseprio Romano Chierichetti. «Prima di allarmarsi bisognerà capire quanto sarà l’ammontare della spesa supplementare, anche se è naturale che ogni aumento è un problema per le casse comunali. Come è noto i nostri comuni non nuotano nell’oro».

Qualche moderata preoccupazione giunge da Vizzola, piccolo paese sulle rive del Ticino, per bocca del primo cittadino Silvano Bosco. «Non abbiamo debiti, se dovremo far fronte a un’altra spesa vedremo come fare perché la situazione è davvero "tirata". Vizzola ha l’aliquota Ici più bassa possibile e pochi altri introiti, l’aumento diretto delle spese sarebbe un problema grave perché già ora per affrontare spese straordinarie dobbiamo toccare gli avanzi di amministrazione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Giugno 2006
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