Pmi “refrattarie” all’informatica
A evidenziarlo, uno studio del Politecnico che verrà presentato il 19 giugno. molti ancora i ritardi nel settore manifatturiero
A dare retta alle anticipazioni di uno studio che verrà presentato lunedì 19 giugno a Milano, c’è qualcosa che le Piccole imprese manifatturiere italiane non hanno decisamente ancora imparato a sfruttare: la tecnologia informatica.
E non si tratta solo di ignorare le novità come la telefonia via internet (usata si e no dal 20% delle aziende, malgrado i risparmi siano stratosferici) o una applicazione Mobile&Wireless (il 12%, nella maggior parte dei casi, a supporto della gestione delle attivita’ di magazzino, basata su rete Wi-Fi). Sono in ritardo persino con i software che fanno contabilità o gestione dell’amministrazione: il 7% di loro non adotta nessun sistema gestionale mentre piu’ del 50% utilizza un sistema gestionale di tipo elementare o un pacchetto semplice e solo il 2% ha adottato un ERP internazionale.
In totale, il settore manifatturiero spende all’anno solo lo 0,38% del proprio fatturato per l’acquisto di hardware, software e servizi IT: circa 633 Euro per dipendente. E solo il 20% ha pianificato investimenti significativi in progetti ICT per il 2006.
Insomma, di snellire e rendere efficiente l’azienda con le novità tecnologiche non se ne parla nemmeno, almeno per ora: a dirlo sono alcuni dei dati, statisticamente significativi, rilevati a fine 2005 nell’ambito dell’Osservatorio "Le ICT come leva strategia nelle PMI italiane" promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Alcatel, Autodesk, Banca Intesa, Intel, HP, Microsoft e Vodafone.
L’obiettivo della Ricerca 2005, che verra’ presentata in un Convegno presso il Politecnico di Milano il 19 giugno 2006, e’ stato duplice: da una parte, analizzare approfonditamente il livello di diffusione delle ICT (infrastruttura IT e di comunicazione, sistemi gestionali, sistemi CAD e PLM, applicazioni di eBusiness, applicazioni Mobile&Wireless) nelle PMI del manifatturiero attraverso una survey basata su piu’ di 600 risposte; dall’altra, studiare criticamente il processo di adozione di tali tecnologie attraverso piu’ di 200 studi di caso, mettendo in evidenza le determinanti, gli impatti organizzativi, i benefici, le criticita’ e le logiche di finanziamento.
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