Simoni si rimangia le accuse a Basso

Il trentino, davanti al giudice, si spaventa e ritratta: "Non volevo danneggiare Ivan"

Il suo direttore sportivo, Mauro Gianetti, era stato profeta: «Conosciamo tutti Gilberto, va preso per quello che è». Quasi una profezia quella del tecnico della Saunier Duval, che dopo l’ultima tappa del Giro aveva preso le distanze dalle accuse lanciate da Gibo Simoni all’indirizzo di Ivan Basso dopo la frazione dell’Aprica vinta dal varesino.

«Con me hai chiuso, Basso. Vai per la tua strada». «Vogliamo dire anche la cifra che mi hai chiesto?». Con queste espressioni sprezzanti sparate in diretta tv al microfono Rai di Alessandra De Stefano, il ciclista trentino aveva chiaramente fatto intendere di aver ricevuto richieste di soldi da parte della maglia rosa, in cambio della vittoria.
Un successo che peraltro Ivan (nella foto sul podio di quella tappa) inseguiva in prima persona, per dedicarlo al piccolo figlio Santiago, nato il giorno precedente.
Chiamato ieri pomeriggio – lunedì 5 – a spiegare le proprie parole davanti al procuratore federale Armando Forgione, Simoni ha clamorosamente ingranato la retromarcia. «Non volevo danneggiare Basso, ho fatto delle dichiarazioni non vere» ha dichiarato, spalleggiato dal proprio avvocato Giuseppe Napoleone. Parole che lasciano un po’ a bocca aperta, dopo aver visto in diretta le accuse lanciate tra sabato 27 e domenica 28 maggio.
Oggi pomeriggio lo stesso procuratore dovrà ascoltare sulla vicenda Ivan Basso, poi verranno prese le decisioni. Simoni rischia addirittura una squalifica che ne metterebbe a rischio la partecipazione al Tour de France. Quello che potrebbe consacrare Ivan il Cannibale nella storia del ciclismo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Giugno 2006
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