Un’assemblea sospesa tra ripetizioni e innovazione

I commenti degli ospiti

E’ stata una assemblea Univa con tanta carne al fuoco, paradossalmente sospesa tra argomenti ripetuti di anno in anno e innovazioni di approccio con il resto della società. E’ questo in sintesi il sentimento che emerso dai commenti di chi vi ha partecipato: un parterre come sempre ricchissimo, sia dal punto di vista istituzionale che da quello delle parti sociali.

Il sentimento di ripetizione e di innovazione dipende da cosa gli spettatori hanno messo in prima linea. Chi ha focalizzato l’attenzione sugli argomenti ha risposto come Giancarlo Giorgetti che ha commentato «I temi si ripetono purtroppo da  anni talvolta qualche risposta c’è, ma ho l’impressione che non si possa fare di più»

O come Angelo Belloli, che ha sottolineato di avere sentito «tutte cose che si condividono sicuramente. L’unica mia preoccupazione però è che è che il terzo anno che le sento, e mi viene spontanea una domanda: se non si realizzano è perché non siamo in grado di realizzarle o è perché tutto sommato le cose non vanno così male? Mio nonno diceva  che la necessità aguzza l’ingegno, forse non siamo ancora alla canna del gas così non abbiamo  la volontà di metterci effettivamente a un tavolo a risolverle. Spero che sia questa la verità: perché se la verità fosse che queste cose non sappiamo proprio realizzarle allora la cosa sarebbe tragica».

Quello della condivisione alla relazione del presidente Univa è un sentimento diffuso «Mi sembra che il discorso che ha fatto Ribolla mi sembra assolutamente condivisibile – E’ la parola del neosenatore della Margherita Paolo Rossi -. Mi sembra che il discorso che ha fatto Ribolla mi sembra assolutamente condivisibile:  soprattutto costruttivo e positivo anche per quel che riguarda le dinamiche della provincia che ha grandi potenzialità ma anche difficoltà generalizzate»

«Molte delle cose dette sono ampiamente condivisibili, anche se la lettura che è stata data della situazione dell’economia italiana non si soffermava sufficientemente sulla sua  composizione, caratterizzata dalla presenza di una miriade di micro imprese e dalla tendenza involutiva in atto che sta facendo degradare una larga fetta del lavoro autonomo verso una precarizzazione molto più selvaggia di quella in atto nel lavoro paradipendente  – Ha aggiunto Gianni Mazzoleni, direttore della CNA di Varese – pienamente condivisibile è anche l’invito alla ripresa della politica della concertazione, come impostazione di fondo ma ben poco rappresentativa della composita realtà italiana se la si intende circoscrivere a Governo, Sindacato dei lavoratori  e Confindustria»

Condivisibile l’impostazione di Ribolla anche per il neo sindaco di Varese  Attilio Fontana, anche se con qualche distinguo: «Mi sembra che alcune cose siano da considerare condivisibili – ribadisce – mi fa piacere si sia parlato del nord, mi fa piacere si sia parlato della necessità di rinnovare questo paese che in questa forma rischia di essere travolto. Altre cose forse sono un po’ meno condivisibili: non trovo sia sufficiente qualche provincia in meno e qualche politico in meno per migliorare le cose. Sono d’accordo invece sul fatto  si debba iniziare in maniera dura e determinata il rilancio. E sono assolutamente d’accordo con Ribolla che si debba mettere in campo tutte le grandi forze che sono su questo territorio: fa parte del mio progetto, espero di riuscire a collaborare con lui per realizzarlo».

Per molti, la relazione di Ribolla ha avuto il merito di rilanciare con forza il dialogo: «Le proposte avanzate da Ribolla colgono i temi fondamentali su cui trovare le convergenze l’innovazione e la ricerca sono le sfide del futuro – commenta il consigliere regionale Stefano Tosi  Si però nella platea tracce di un conflitto sociale che non si è ancora risolto: questo bisogna saperlo e creare un clima che invece vada sulla strada della collaborazione. La concertazione che è stata cancellata dall’ultimo governo ha portato delle tossine nel corpo sociale che il nuovo governo, la nuova maggioranza, deve saper affrontare».

Tosi accenna con delicatezza alla contestazione ad Epifani: una specie di corpo estraneo in una assemblea che stava procedendo in direzione profondamente diversa, e si è ritrovata a governare un attrito destinato a riempire le prime pagine dei giornali nazionali. E la dichiarazione che più riporta l’avvenimento al contesto è quella del segretario generale Cgil varesino, Ivana Brunato «La relazione di Ribolla riporta buona parte del lavoro che viene fatto a livello territoriale, e quindi riflette anche i buoni rapporti tra le parti sociali e le istituzioni .-. ha commentato – La reazione della platea alla parte dei doveri sindacali dà un po’ fastidio in realtà:  è una reazione non condivisibile che non tiene conto delle origini del discorso, perché è da quegli anni (il 1944, ndr) che siamo partiti e questa è l’attualità di questi giorni».

Più dura la reazione di Marco Molteni, della Uil « Sono sorpreso perché hanno fatto un appello al dialogo e all’apertura ma dialogo non ci può essere senza il rispetto delle parti. La contestazione a Epifani è un fatto spiacevole quando si è detto che il sindacato ha fatto la sua parte.. la concertazione è invece cosa che abbiamo già applicato nel territorio di varese, siamo un modello da esportare».

Ma c’è chi ha messo soprattutto l’accento sul metodo: e in questo senso ha visto una assemblea decisamente innovativa «Mi è sembrata una assemblea molto positiva, con un taglio diverso dalle altre volte – Ha commentato Sergio Bellani, direttore di Uniascom –  l’unione industriali ha rivelato un aspetto positivamente corporativo, parlando dei problemi degli imprenditori e non del territorio più generalmente. Poi sono emersi problemi assolutamente nuovi, ci sono elementi di novità e anche di un certo ottimismo: gli imprenditori veri sono in provincia di varese. E anche la tavola rotonda ha avuto accenti appassionati ma non certamente eccessivi».

Stesso giudizio positivo nel metodo per Marino Bergamaschi, direttore generale dell’Associazione Artigiani: «segnalo di questa assemblea soprattutto due fattori. Il primo: un metodo di fare assemblea molto positivo, su tre grandi argomenti: lavoro, internazionalizzazione, ricerca molto innovativo. E il secondo, che ha messo l’accento sul rapporto con le istituzioni e le parti sociali, che è tutto da approfondire: soprattutto per capire se va verso la concertazione o in una forma più generale di partenariato»

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Pubblicato il 05 Giugno 2006
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