Italia: la quarta meraviglia

Gli Azzurri superano ai rigori la Francia e sollevano nel cielo sopra Berlino la quarta Coppa del Mondo

Un boato ha scosso l’Italia intera alle 22,45 in punto, quando Fabio Grosso ha spedito alle spalle di Barthez il quinto e ultimo rigore azzurro e ha regalato al nostro calcio, al nostro sport, a tutti noi la quarta vittoria nel Mondiale di calcio.

Al diavolo i fantasmi con la maglia blu di Francia, al diavolo la "cinica lotteria dei rigori" che tante volte ci aveva fatto piangere, al diavolo pure tutti quelli che con scandali e mezzucci hanno provato a rovinare il campionato. La coppa d’oro torna a casa, ventiquattro anni dopo la magica notte del Santiago Bernabeu. E come allora i ragazzi in azzurro iscrivono il proprio nome nella storia del football: un Cannavaro diverso da Scirea ma altrettanto grande, un Buffon prodigioso su Zidane come lo fu Zoff contro il Brasile di Zico, un Gattuso che strapperà ad Oriali la citazione nelle canzoni sui mediani. E poi tutti gli altri agli ordini di Marcello Lippi che si prende ciò che troppo spesso gli era sfuggito con la Juve.

L’Italia ha vinto, e lo ha fatto al termine di una partita non bella ma sofferta, arbitrata in maniera perfetta dall’argentino Elizondo. Un match caratterizzato da pochi ma significativi episodi: il rigore con cui Zidane apre le marcature al 7′, il pareggio aereo di Materazzi che dà agli azzurri l’abbrivio per un ottimo primo tempo. E poi, dopo la pausa, una Francia padrona del campo che ci spaventa, ci asfissia, ci stringe. Inutilmente. L’Italia sfiora il colpaccio due volte: gol annullato a Toni e punizione di Pirlo fuori di un niente. L’ultimo brivido prima del supplementare è di Ribery: colpo di biliardo a lambire il palo. Proprio come il divino Baggio nei quarti di finale del ’98, sempre con i galletti, sempre decisi dal dischetto.

Nell’over time Domenech prova a spaventarci inserendo Wiltord e Trezeguet, quelli dell’Eurobeffa del 2000. Ma lo scherzaccio lo combina Zidane: testata violenta a Materazzi e cartellino rosso di fine carriera. Come un pittore che dipinge un capolavoro e lo taglia con l’ultima pennellata.

E poi i rigori. Gli ex maledetti rigori. Pirlo, Wiltord e Materazzi – ancora lui -segnano. Trezeguet manda la palla sulla traversa, da lì sulla linea, da lì fuori. L’Italia è avanti e ci rimane perché De Rossi, Del Piero e infine Grosso stendono Barthez, stendono Domenech, stendono la Francia tutta.
Campioni del mondo, come nel 1934, nel ’38 e nell’82: un ricordo dolcissimo che sembrava stregato. E invece no.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Luglio 2006
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