Arancia meccanica in piazza San Michele, arrestati in tre
Martedì sera gli aggressori, tunisini, avevano massacrato di botte un connazionale, pregiudicato e come loro clandestino: la Polizia li ha individuati e portati in carcere
Busto Arsizio si conferma città violenta, almeno per gli extracomunitari. Martedì sera, in piazza San Michele ha avuto luogo un violentissimo pestaggio ai danni di un tunisino irregolare di 26anni, pregiudicato per droga. Ad aggredirlo con bestiale ferocia sono stati tre suoi connazionali, il 26enne D. M. e i 23enni G. M. e M. R., che lo hanno letteralmente massacrato di botte, sfregiandolo poi in pieno viso, dalla fronte a tutta una guancia, con un coccio di bottiglia, lasciandolo poi a terra in condizioni pietose.
Un cittadino che ha assistito alla terribile scena ha subito avvertito le forze dell’ordine, che sul momento non hanno però potuto rintracciare gli aggressori. Solo ieri mattina la vittima è stata in grado di parlare (per lui almeno 40 giorni di prognosi, e condizioni generali preoccupanti: è ricoverato a Legnano) e ha dato alla Polizia elementi sufficienti per rintracciare i tre, che conosceva di vista. Così, a colpo sicuro, gli agenti del commissariato bustese hanno potuto rintracciare e arrestare il terzetto da Arancia meccanica in casa di un connazionale regolarmente residente in Italia, che è stato a sua volta denunciato per favoreggiamento.
I tre picchiatori dovranno invece rispondere di una ben più pesante accusa: lesioni personali gravissime, oltre alla violazione delle normative sull’immigrazione (tutti e tre erano clandestini, come la loro vittima del resto); in più uno di loro, non contento, aveva un permesso di soggiorno falsificato. Il magistrato di turno titolare del procedimento, dottor Bargero, ha subito convalidato i tre fermi di polizia, anche alla luce delle immagini raccolte dagli agenti in ospedale e che documentavano la gravità delle lesioni inflitte all’aggredito. Si tratta del secondo episodio di questo tipo avvenuto in breve tempo in città, ricorda il vicequestore Scalise, e sempre con stranieri clandestini protagonisti: fortunatamente in entrambi i casi è stato possibile identificare ed arrestare i responsabili.
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